84 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI Indi il duca medesimo distaccò il conte Veterani, perchè andasse ad occupare molti luoghi laterali, come felicemente seguì ; e portando egli tutto l’esercito capitale ad Ermstat, dove il principe e magnati del governo s’erano ritirati, designò di formarvi l’assedio, quando per i trattati, che se ne faceano, non ne fosse seguita la resa. Essendo però le informazioni, che si aveano su quella piazza, diverse e non volendo il duca esserne incerto in una stagione già di molto avanzata, sotto pretesto di commessione, volea mandarmi all’istesso principe Abaftì ch’era dentro; ma nel punto che stavo per eseguire quest’ordine, capitarono al campo da Blaustauna i deputati ch’aveano la fa-cultà di sommettere tutta la Transilvania al comando di cesare, eccetto la città di Cronstat e Fogaras. Con questo approssimatosi l’inverno, il duca divise l’esercito per i quartieri, che furono poi dal generai conte Carafa meglio ordinati. Così della Transilvania vittoriosa, l’altezza di Lorena volendosi portare a Vienna, passò a visitar la bloccata d’Agria; ed io a lente giornate feci il medesimo, passando per la città d’Ette-ries; nella quale il suddetto generai conte Carafa, preparandosi per andare ad Agria (fortezza che, all’estreme angustie ridotta, erasi risoluta di rendersi), mi volle condur seco. La capitulazione di questa resa era stata progettata prima dal suo tenente colonnello marchese Doria, ch’avea tenuto il comando su quella bloccata, ed egli medesimo l’avea spedita per la ratificazione a Vienna; ma offesosi di ciò il generale e presentatosi avanti d’Agria, fece sapere a quel pascià (di nome Rostan e crovatto di nazione) il suo arrivo e successivamente li mandò per deputati il baron di Oussin, colonnello di fanteria, il generale quartier mastro signor Frissen, la mia persona ed un segretario, con la sposizione del medesimo Carafa, di voler una capitulazione diversa dalla progettata e sol da lui soscritta. Ci ricevette il pascià, secondo il solito de’ turchi, in pubblico divano e si lamentò di questa nuova capitulazione che si pretendea, soggiungendo ch’era lui pronto, con tutti li suoi musulmani e con tutta la fortezza, d’andar prima in aria che piegarsi a nuovi patti; e con altre simili rodomantate turche seguitò il suo discorso, per cui restarono li miei compagni confusi.