240 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. RIARSIGLI Cardinal Casoni nè di monsignor Erba la domandate?». Soggiunsi: «Padre santo, sì; per fare spiccare la di lei gloria in faccia di tutte le nazioni e perchè veda vostra beatitudine che non manco di coraggio a domandare per gli amici ». Nova-mente il papa ridendo mi disse : « Siete un vero amico degli amici. Non parlate, e ci rivedremo ». Questo novo inaspettato emergente l’avvisai a Bologna al Cardinal Casoni, a monsignor Erba con speranza di quell’èscito, che poi n’ebbi. Comunicai tutto al signor Cardinal Paulucci, che approvò la mia condotta, lasciandomi fra timore e speranza. Intanto avevo che battere con monsignor Coradini, auditore del papa, per la deroga del fideicommisso del palazzo, nonostante che monsignor Banchieri, che per diverse eredità n’era il padrone, lui pure sollecitasse per effettuare questa vendita ; perchè era contrario che il papa facesse questo chirografo, adducendo più motivi tirati dal testamento del Cardinal Poggi che l’aveva edificato e che era stato l’institutore del fidecommisso. Pochi giorni dopo, una mattina mi trovai in anticamera di nostro signore, in tempo che don Livio era all’udienza; ed uscendo a dirittura venne a trovarmi, quando dopo la mia disgrazia cesarea mai aveva meco parlato, dicendomi che sua beatitudine gli aveva comandato di ringraziarmi per tutti li passi che avevo fatti con tanta efficacia e frutto per monsignor Erba suo cugino. A questa novità restai surpreso, vedendo il secreto esposto fuori di tempo e bisognio, e poco risposi al signor don Livio, racor-dandoli che la pubblicità prima del tempo poteva precipitare, per le kabale degli emoli, un affare così ben incamminato. Un’ora dopo il papa da sè mi fa chiamare, tutto pieno d’ira contro di me, che l’avessi assicurato che don Livio gli averebbe dato il cognome Odescalco, quando poco prima gli aveva detto che mai averebbe fatto questo passo per più suoi riguardi, e massime quello verso la casa Borromea. In meno mi gettai al partito, che monsignor Erba me l’avesse assicurato, quando, come sopra dissi, fu un mio ripiego, per facilitare la mossa dell'animo del papa. Che vedendo calmato dal primo furore con mie sommissioni e discorsi geniali a lui, mi feci animo a rivenirlo del naturale di don Livio, da lui istesso esageratomi, e che li