220 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI cesarea che sono stato processato ». Queste parole furono con rispetto, ma anche sentimento, proferite. Per un poco lo sorpresero, restando senza parola ; che poi, con faccia ridente, lodi ed espressioni, riprese, ringraziandomi nuovamente. Ed io dissi che questa sua clemenza sarebbe stata da me e reggimento corrisposta col sangue e fede per il di lui servizio e gloria del figlio re, nostro comandante. Nel giorno seguente tutto il reggimento per l’Austria inferiore marciò e passò il Danubio a Cromv, ed indi entrò nella Boemia; dove io nelle vicinanze di Buduais per la posta lo arrivai. Giacché vi era l’ordine che io dovessi essere appresso della gente, per passare con essa il Palatinato superiore, soggetto all’elettore di Baviera. Nel tempo istesso che mi avanzavo nella marcia a quella volta, fui per espresso ordine comandato a pigliare il mio reggimento e quello di cavalleria d’Ogen-zoler e con marcie sforzate rendermi su la strada d’Egher, per guardare la persona del re che veniva per colà e convogliarla sino nel paese del Mar di Baraiter, per concepito sospetto che l’elettore di Baviera volesse tentare con le sue vicine truppe del Palatinato d’arrestarlo : che poi trovato insussistente, il re, che trovai a Egra, mi rispedì di nuovo alla mia prima strada, con gran patimento della gente. Agli ultimi limiti della Boemia col Palatinato giunto, trovai difficoltà strane; perchè li commissari deputati cercavano di farmi perdere tempo con ciarle e raggiri di mostrarmi che l’elettore aveva accordato il passaggio a sette reggimenti cesarei nominati, e che fra questi non vi era il mio. Dissi che il conte Slik aveva accordato per sette e che mai aveva detto quali, perchè nè importava, nè era cosa stabile da potersi premettete; e che per contrassegno, che ero ben istrutto, gli esibì copia del trattato, in vigore del quale anche dovevano passare altri tre, giacché quattro erano passati, e che venivo ad essere il quinto; e che domani volevo nella Boemia avere riposo, e che dopo dimani volevo marciare. Protestarono che non lo potevano permettere neanche in cinque, perchè dovevano sino a Monaco scrivere per avere gli ordini. Dissimulai, ben conoscendo che questi volevano far perdere tempo alla marcia. Con