234 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI Fine dell’ anno 1710 e principio del 1711. Al fine dunque del 1710 si cominciarono seriosamente le capi-tulazioni fra me e senato, che nel novo anno dell’ ’11 s’avanzarono, dopo d’aversi prescielto il sontuoso palazzo che fu fabbricato dal cardinal Poggi, che essendo vincolato da strettissimo fidecommisso pareva impossibile l’acquisto, senza che io per questo riguardo e l’altro d’ottenere l’assenso da nostro signore per applicare a questo instituto 25 mila scudi avanzati all’ ultimo monte, al quale viaggio in’ impegnai ; convenendosi intanto di tutti gli articoli della fondazione, da eseguirsi solamente quando nostro signore avesse accordati li due chirografi per la deroga di fidecommisso e della somma del contante. Quasi tutto l'inverno e bona parte della primavera di questo anno vi fu il principe e principessa Borghesi, con il figlio e figlia primi nati, che in palazzo dal cardinal Casoni alloggiati, ebbi un continuo divertimento, nelToccasione di servirli a tavola ed altri spassi. Nella fine di giunio mi portai a Iioma per il noto affare ed anche comodo delle mie liti. E di più fui incaricato dal signor cardinal Casoni di duvere dar principio a promovere la fortuna di monsignor Erba, allora di lui attuale vicelegato, facendoli offlzi col papa in quelle congiunture che opportune avessi trovate, nelle famigliari udienze che nostro signore m’avesse date. Nel giorno seguente del mio arrivo in Roma volle sua beatitudine admettermi ai di lui sacri piedi, godendo di vedere in dise-gnio le stanze dell’instituto che proponevo di fondare, e come appunto apparivano in quel palazzo, che l’avevo disposte. E tanto se ne dilettò, e comprese la vasta e nova idea, che subito mi promise tutta la sua paterna assistenza, dicendomi che Sisto V quasi una cosa simile aveva cominciata, sotto la direzione di monsignor Mercati, nel Palazzo Vaticano. Tre giorni dopo mi comandò d’essere il dopo prauso a vedere che dipingeva il signor Marc’Antonio Francischini ed a trattenerlo nella galleria sino alla notte: congiuntura che m’abilitò a potere e dell’ instituto e di monsignor Erba promovere