14 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI le adulazioni de’ turchi che speravano, secondo il solito, gran donativi. Tra queste accoglienze tutto sembrava sereno, ma in un subito si videro quelle nubi che oscurarono le nostre credute felicità. Regnava in quel tempo Mahomet IV, figlio d’Abrahim e fratello di Solimano ed Acmet, allora viventi, e padre di Mustafà ed Acmet: principe di brutto aspetto, ma maestoso, mite di genio, amante della caccia, ambizioso nel lusso, amico della musica, dedito al senso e non poco avaro: qualità tutte ch’esigevano sempre ricco l’erario per soddisfarle. Era suo gran visir Karà Mustafà passà, uomo di talento grande, di superbia infinita, avaro per propria inclinazione e per necessità non solo del suo lusso ma anche di quello del sultano, propenso a novità di suo piacere e pieno di quei disegni che tentò poi eseguire. Aveva questi costituito supremo doganiere di Costantinopoli un tal Kussàin agà : strumento della sua tirannia e sensale de’ suoi frodolenti desideri. Tutte le angarie, e massime sopra, mercanti cristiani, e tutte le invenzioni da estorquere danaio, e tutte le cabale per coprir l’ingiustizia nascevano dal cuore malizioso di tal ministro. L’invidia di più persone, alle quali Iddio dia pace, fece divulgare che il bailo avesse seco una quantità di panni d’oro e che, sotto la coperta d’ambasciatore privilegiato nelle dogane, pensasse d’accumular ricchezze e trafficare in pregiudizio della cassa imperiale. L’avarizia di quei barbari, che allora dava per lecito anche il rompere il jus gentium, purché fosse stato profittevole alle loro intenzioni, aprì l’orecchio a queste calunnie. Quindi venuto il Kussàin, accompagnato da un ebreo interprete, a visitare il nuovo bailo, fu accettato con ogni cortesia e regalato di molte belle cose d’Italia, massime di panni d’oro. Ma egli, non contento di ciò, fece prima domandare se vi fosse stato qualche vaso di confezione di alehermes per fomentar Venere: cosa che sorprese la gravità del Civrani e che sol provocò a riso. E poi ricevendo le usateli civiltà per esca del propio disegno, fece esponere che il regalo avuto era molto poco e che perciò voleva visitare tutto quello ch’era stato portato nello stesso bailaggio, o almeno che lo sborso d’alcuni mille talleri in tran-