PARTE QUARTA 183 rebbe dato per ricompensa a chiunque avesse cooperato a questo suo intento. La campagna s’approssimava, li reggimenti erano in marcia, e nel solito campo di Chult mi fu nuovamente consegnato un corpo d’infanteria ; appresso del quale stetti sino all’arrivo del generale Aister, che portava l’istruzione della corte per secondare il maresciallo Veterani, che pensava di tentare Timisvar col comodo de’ grandi magazzeni raccolti in Lippa. Questi ordini positivi della corte obbligorono ad una consulta per proponere, fra la grande screscenza delle acque anche di quest’anno, dove si avesse potuto meglio stabilire sul Tibisco un passaggio, che fosse stato più vicino di quello di Clonchanissa e Peter Varadino; e con un distaccamento di gente a me fu flato il comando. E resomi al Tibisco, non trovai loco più comodo, benché fra grande abbondanza di acqua, che quello di Begg. E mandatane la relazione all’esercito, con tutte le circostanze favorevoli e contrarie, perchè ne fosse risoluto l’ordine a me positivo, che fu di fare esequire questo passaggio ad ogni costo di fatiche e lavori, per li quali se mi mandava gran quantità di guastatori, materiali et un corpo d’infanteria sotto il mio comando. Questo passaggio aveva le maggiori difficoltà alla nostra ripa citeriore, dove vi erano grandissime paludi, da traversare con ponti, e per il contrario l’opposta era tutta di buon terreno, che sino a Lippa o a Temisvar non era interrotta, che da una sola palude, a tre ore di Begg, intitolata Vinza Bara; per la quale si erano su carri preparati tanti legnami necessari per fare li ponti, egualmente di quello si erano fatti costruire da me sopra di tutte le altre paludi, con un lavoro non molto meno di quello che l’anno 1693 feci fare sul Danubio. Il generale conte Slich, che poco tempo prima avevo istallato per ordine del generale comandante nel governo di Seghe-dino, piazza da gente del reggimento guarnita, consegnandoli le chiavi della medesima, arrivò nel mio campo di Begg con un rinforzo di cavalleria, per cominciare a far correre partite tanto verso Timisvar, che Beggcherech, o di là più oltre verso Panciova, ch’era il passaggio sul Danubio de’ turchi da Belgrado