174 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGTJ rale Aisler di potere superare il prementovato trincieramento e col benefizio di certe acque solo circonvallarlo ed impedirli la comunicazione con Timisvar; la qual disposizione subito feci esequire, passando da quella parte, alzando ponti e ridotti, guardati da un campo volante che discese più basso di Belgrado per coprire una nuova batteria che nella notte seguente feci erigere, che in schiena cominciò a cannonare nel giorno venti le barche nemiche; che ad ogni modo non ricevevano gran danno, perchè nel trincieramento avevano retirate le loro genti ed il corpo de’ legni rimettevano, con buon preparatorio, de’ buchi delle palle. Dimodoché ogni sforzo, per angustiare il medemo armamento, ci riusciva di poco utile, senza avere il terreno trincierato da’ nemici; e questo essendo impossibile per mancanza di gente, fu risolto di chiudere, in faccia della nostra linea di circonvallazione e di quest’ultima batteria, il Danubio con barconi da molino, condotti dal villaggio di Mirva. Il che ancora si cominciò subito, lasciando, e sopra e sotto della piazza, il Danubio traversato da’ nostri lavori, ma senza però essere padroni del prementovato terreno trincierato. Che obbligandoci ad un grosso corpo di gente per tenerlo senza la comunicazione di Timisvar, restava di troppo indebolita di gente la nostra linea di circonvallazione; che per li disvantaggi ancora del sito si rendeva impossibile di impedire il soccorso o, ritirando il corpo ch’era alla parte di Timisvar, l’armamento era libero di pigliar gente nuova che fosse venuta dalla parte di Timisvar. Da questo racconto imparino i posteri che per chiudere Belgrado conviene di farsi padrone di tutta la ripa di Timisvar al Danubio, cominciando dalla direttura della prementovata isola di Sagan, posta al conflusso del Savo, sino alla dirittura del principio della linea di circonvallazione del campo principale che forma l’assedio, unendo anche queste linee con un ponte di barche, da trasportarsi con i carri del Savo ; oppure dovrassi, prima d’intraprendere una tal’ impresa, essersi ese-quita quella di Timisvar. Nel tempo che furono le prementovate disposizioni terminate da me, mi restituii al campo, per continuare a servire nell’assedio. Dove in quel giorno ancora si tenne il consiglio, per