PAKTE SECONDA 131 con una improvvisa marcia da Zatmar e Clausenburg, di qualche reggimento rinforzato, nelle vicinanze del medesimo Clausenburg s’ azzuffò con li tartari, con la di cui sconfitta e fuga liberò di nuovo la Transilvania e mostrò a tutti che poco era da temersi in quella provincia il nemico, così ben oppresso dalla vigilanza e dal valore dell’ armi cesaree. Avvicinatosi il fine di febbraio e trovate in piedi tutte le cose della Transilvania e terminata la confidatami cura di chiudere li passi ed anche finita una relazione della Transilvania medesima, e precisamente de’ suddetti passi, come si vede ne’ miei scritti, lasciai la fortezza di Giorgino, in cui durante l’invasione de’ tartari mi ero ritirato, con salvarvi ancora con i miei avvisi il reggimento di fanteria del Baden, che dal tradimento de’ transilvani era tra le mani del nemico condotto. Verso Vienna in piana marcia mi posi, facendo la lunga e tortuosa strada dell’Ungaria superiore a piccole giornate, perchè non solo ero dal bagaglio aggravato, ma anche volevo pienamente osservare la linea de’ monti che dalla Polonia dividono l’Un-garia. Giunsi a Vienna negli ultimi giorni di marzo e fui ammesso a’ piedi di cesare, con molti contrassegni d’imperial gradimento verso le mie fatte fatighe. Vidi ancora che li due ministri Kinski e Stratman con impazienza m’aspettavano; giacché, per ordine di cesare al generai Veterani una staffetta spedita, m’aveano richiamato, per mandarmi a Costantinopoli a causa de’ trattati della pace, avendo inventato, per tener occulta questa mia spedizione, di farmi partire sotto il finto carattere di segretario del re d’Inghilterra appresso il di lui ambasciadore, signor d’Ussiè; il quale, per istruirsi di quanto nella Porta far doveva in sì grave negozio, aveva dal suo re avuto ordine di pigliar la strada di Vienna, come già fece. Così tralasciate le militari mie cure, vendei tutto il mio bagaglio ed accettai una finta licenza dal servizio cesareo, dal-l'imperadore istesso soscritta. Si tennero molte conferenze ne’ più rimoti giardini della città, tra li suddetti due ministri, segretario di stato, signor di