228 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. AI ARSIGLI Anno 1703 toccante il mio soggiorno in Brisacco. Per le controversie col conte d’Arco ed altri accidenti, sino al principio dell’assedio, non saprei di più notare di quello ch’è nelle mie tante relazioni e lettere scritte durante il me-demo tempo. Per il seguito dell’assedio vi è la relazione 111 lingua italiana al principe Eugenio. Anno 1704. Per il giudizio di Breghenz e mia andata a Vienna e dimora ivi per ottenere giustizia, sono cose espresse distintamente nelli miei scritti e succintamente nello stampato Manifesto; e, con altre ulteriori notizie, nelle Postille alla scrittura dell’innocenza immaginaria. E chi distenderà ciò un giorno, avrà sufficiente lume, di più che in ora potrei scrivere, ed anche sul punto del resto dovutomi da sua maestà cesarea e non pagato. Ed io per il contrario aver soddisfatto a tutti li creditori nella Germania! Mi partii di Vienna alli 22 di novembre 1704, dopo d’avergli dimorato dal primo di aprile sino a quel giorno, e per Venezia presi la strada per comoda vittura, affine non avessero dovuto dire ch’ero fuggito, e di più di Vienna uscii di mezzogiorno. In Venezia non entrai, ma su la Brenta mi trattenni alcuni giorni, con li quali terminò l’anno 1704. Anno 1705. Partii per Ferrara, Modona, Milano e svizzeri. In questo viaggio incontrai di particolare a Modona che li francesi mi conobbero, presero gran sospetti, si posero per così dire tutti in arme. E benché avessi li passaporti del ministro di Spagna in Venezia, fecero più consigli fra loro ed alla fine si risolsero a trattarmi con civiltà indicibili e lasciarmi passare, e con obbligo della parola di non passare Milano, senza prima parlare al principe di Vaudemont, governatore. Arrivai in Milano, lo feci sapere al medemo principe, che con propria carrozza e secretarlo mi fece venire da lui e, contestandomi il dispiacere che aveva della fattami ingiustizia, mi esibì protezione e assistenza. Mi concesse