PARTE TERZA 151 stato sempre umile e riverente servidore di sua maestà cesarea. Mi trattò poi con un sontuoso banchetto, in cui furono più arcivescovi del rito greco, più suoi ministri e più nobili di quel paese. Furono le vivande dilicate, li vini preziosi e nativi tutti di quella provincia; la musica, benché ripartita all’uso cristiano, turco e persiano, contuttociò fu molto nella sua varietà dilettevole. Li serventi erano, fra gli altri, più turchi, che in piede stavano intorno alla tavola. Il principe con voce bassa mi portò la salute dell’augustissimo; e l’istesso brindisi, ma sempre sotto voce, passar fece fra tutti quei che vicini ci sedeano. Indi lodò la fortuna, che godea, di servire, anche per ordine della Porta, un servidore di cesare; di che avendolo ripreso, con dir che l’ordine della Porta mi dichiarava servidore del re d’Inghilterra, egli sorridendo soggiunse eh’ avess’ io pur detto di esser inglese, eh’ egli m’ avrebbe sempre tenuto per tedesco. Si bevette poi ad alta voce alla salute del re Guglielmo e de’ stati d’Olanda, e gli stessi turchi se ne compiacquero. Finito il pranso, si ritirò meco il principe in un altro gabinetto; in cui, sedendo all’uso turco sopra cascini, per due ore, tra il caffè e il tabacco, di varie cose discorressimo. Nel congedarmi infin da lui, mi regalò d’un cavallo e mi fece in-sino al mio quartiere accompagnar con onore, al primo eguale. Il signor Costantino Cantacuzeno, fratello del principe defunto e direttore di tutto il governo della Wallachia, fu a visitarmi ed a scusarsi del fatto contro la Transilvania. Dopo d’aver data parte agli ambasciadori ed alla Porta, prima dell’arrivo a Bucarest e poi della continuazione del mio viaggio (come si vede etc.), passai nella Transilvania per la Porta Rossa ed indi ad Ermenstat, per aver lingua e sicura informazione del luogo, in cui allora s’accampava l’esercito cesareo. Presi poi la strada lungo il fiume Marusio ed andai a Lippa, sul campo del maresciallo conte Veterani, che pochi giorni prima avea quella piazza occupato. Il Veterani medesimo, nel punto stesso in cui giunsi, ebbe lettere del principe Luigi, le quali gli avvisavano la marcia con tutte le sue forze per investir Gran Varadino; onde stabilii la