110 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI unir ne’ contorni di Semendria ; ed io fui onorato del titolo di colonnello stipendiato. Essendo frattanto occorso che il kzar di Moscovia, volendo invadere la Krimea, avea perciò sollecitati tutti li raziani e greci delle conquiste di sua maestà cesarea a tenersi pronti per secondarlo, non senza sospetto di ribellione a’ danni del rito latino, mi fu commesso dal gran cancelliere di corte di far qualche esame de’ medesimi raziani e mercanti greci, per un buon governo di cesare nella campagna. E da me ciò eseguitosi, gliene diedi particolar conto, oltr’ad un’altra notizia che se ne potea raccogliere in una relazione fatta sulla Moscovia. (Relazione sopra lo stato de’ raziani e greci, ed un’ altra su la Moscovia). Già era il principe Luigi nella bella e deliziosa selva di Collar, poco lungi da Semendria, coll’esercito accampato ; quando ivi giunto mi comunicò il desiderio ch’avea di mettere in miglior difesa Semendria medesima e di formar un passaggio per la gran selva della Morova, gettando un ponte su quel fivune ed in sito da poter essere soccorso de’ viveri dalla predetta Semendria. Indi datomi l’ordine di porre in pratica questo penaiere, feci quanto fu possibile per fortificar Semendria, poiché con 2.000 guastatori fatta una tagliata d’un’ ora e mezza della suddetta selva, quasi videsi mutato quell’intrigo di bosco in un delizioso teatro. Ruttai dopo il ponte sulla Morosa con le barche dal Danubio venute, alla dirittura di Possa-rovitz, e con un forte di figura coronata lo coprii. Già conobbe con quest’ operazione il principe Luigi esser adempita l’intenzione della corte intorno al primo grado della linea limitanea della Morova e, desideroso di cercar ancora l’altro grado dell’Emo, per acquistarsi gloria e fama, passò con l’esercito sui gittato poute nella Morova ed accampossi nell’amena pianura di Possarovitz, molto pingue di foraggio. Mentre ivi l’armata riposava, mi commesse l’informarmi della marcia insino a Jacudina, lungo il suddetto fiume Morova; ed avendola trovata piena di fiumicelli, senza ponti che l’attraversavano, richiesi a sua altezza la necessaria prevenzione de’ requisiti per passarli.