30 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI contumacia, non averei potuto assisterli negli ultimi due giorni della sua vita e sentire i di lui paterni ricordi, con ricusare quella distinzione che nel testamento volea fare di me, contentandomi di esser trattato come gli altri fratelli. Confuso in fine per così strano accidente e fatta riflessione alle vicende del mondo, lo feci imbalsamare e sopra d’una barca condurlo fra altre casse di robe, per farli dar sepoltura in quel luogo che lui desiderò. Così perduto il padre, che tanto amato mi avea, attesi per tutto l’inverno a rassettare gli affari miei domestici, per prepararmi a fare un corso, nella primavera, a Roma. Ma, passato prima più volte a Modena, dove era duca Francesco II, nel vedermi assistito da buoni amici in Venezia, prese la confidenza di commettermi lo scoprire se la repubblica si avesse voluto impegnare a procurarli in matrimonio la figlia del granduca. E resomi a Venezia cominciai l’affare e trovai solamente disposizioni generali, ma veruno positivo impegno, a riguardo di non avere allora il granduca ministro nella repubblica, nè la repubblica in Fiorenza. Tuttavolta promisero che sempre avrebbero dati contrassegni d’amicizia e stima verso sua altezza per questo suo così giusto desiderio, l’adempimento del quale sarebbe stato ancor profittevole alla costituzione dell’Italia. Partii senz’altro verso Roma, per rivedere i miei parenti ed amici; fui a’ piedi di sua santità Innocenzo XI più volte, che mi fece molte richieste dello stato della religione cristiana in Turchia, della condotta de’ suoi missionarii; per la quale mi obbligò a far più deposizioni in Propaganda Fide. Mi entrò a chieder delle forze de’ turchi, che le dissi essere di apparenza, più che di sostanza, e con tali circostanze che, rivedutomi sua santità più anni dopo, ebbe campo di lodare la verità delle mie esposizioni. In questi discorsi dello stato de’ turchi, ben conobbi che la Francia li dava speranza di volere secondare le di lui intenzioni a’ danni de’ turchi, quando li fomentava alla mossa grande che poi fecero, forsi credendo con questa rottura di rendersi necessaria al riparo che ne avrebbe chiesta la cristianità da lei.