FRAMMENTO 239 E me ne sbrigai col dirli che questa beneficenza era un impegnio fatto suo e della di lui gloria e fama, e che l’averebbe saputo finire da papa, grato verso d'un tanto suo benefattore predecessore, come fu Innoeenzio XI, li meriti del quale si duvevano premiare in questo pronipote. « Nè Casoni, nè Erba potevano trovare un amico, nè più efficace, nè a noi più grato che lei. Il Signor Iddio la benedichi, ed a rivederci ». Andai dal Cardinal Paulucci a farli il duvuto racconto per monsignor Erba. E con sommo amore e sincerità mi disse : « Non sapete che monsignor Spinola, nunzio in Polonia, è stato fatto auditore della camera e che vacarà la nonziatura di Polonia? E perchè non la domandate per Erba? Basta che il papa me la vogli dire, che io la domanderò anche senza ordine. Valetevi dell’avviso e della vostra solita franchezza ». Appunto allora avevo per ordine di nostro signore visitato il teatro di 8. Pietro, per certe fabbriche che aveva in idea nostro signore, per avere giusto motivo d’essere ai di lui piedi a dirli che pensavo; e subito entrai nell’affare di monsignor Erba, col motivo che avevo risoluto di rimettermi in concetto appresso di sua beatitudine, che non mi mancasse coraggio a riguardo di domandare per il medemo prelato, perchè avendo inteso che la nonziatura di Polonia vacava, che io la domandavo anche col riflesso alla gloria di sua santità, che per questo pronipote d’in-nocenzio XI non duveva fare meno del praticato con monsignor Zenzodario, pronipote d’Alessandro VII. Il papa mi dice: «Lei ha detto molto per moverci, e pure non ha mentuato il meglio, che è che il cognome Odescalchi ed il sangue di quel santo nostro predecessore è il gratissimo a quel regnio ». Mi li gettai ai piedi baciandoli e pregandolo di fare a sè così gloriosa risoluzione e giusta beneficenza a quel regnio, ed appunto per l’addotto motivo, e consolare il cardinale Casoni, il prelato ed a me dare la consolazione d’avere potuto mostrare gratitudine alle ceneri di così gran pontefice, col quale avevo trattati così vasti negozi, come all’altre del senatore Erba, padre del prelato, che in Milano avevo conosciuto, essendo governadore il conte di Melgara. E ridendo, con somma galanteria mi soggiunse : « Dunque la nonziatura di Polonia da voi solo, senza ordine nè del