FRAMMENTI 243 santità che restò il simplice abate Casoni, canonico di S. Maria Maggiore. E supplico vostra beatitudine di riflettere, come informata di quello che allora passava a palazzo, a quella avversione che gli aveva il senatore Erba, padre del beneficato prelato, per stabilire sempre più quale sia l’animo bello del cardinale Casoni, autore di questa di lei beneficenza, e stabilire nell’istesso tempo quale gratitudine che averà per vostra santità, che lo levò dalla relegazione della nonziatura di Napoli, per vestirlo di quella porpora, che tiene fra le così potenti opposizioni. Per mio conto poi è noto a vostra santità quali rilevanti negoziati avessi con Innocenzio XI per parte dell’imperadore Leopoldo, per giudicare quale sia la mia consolazione di avere potuto riuscire, per mezzo di vostra santità, a mostrare nel di lui sangue quella riconoscenza che devo alla memoria d’un principe, che nella mia più giovenile età aggradì ed esaudì le mie esposizioni in nome di cesare, facendomi ritornare al di lui trono carico di quel merito, che si ha col principe quando si riesce nelle commissioni ». Nè devo e nè posso esprimere le di lui paterne espressioni a tale mio ringraziamento, perchè caderei, nell’animo de’ vivi e de’ posteri, per un millantatore. E solo dirò il concluso: che novamente sua santità volle ringraziarmi che gli avessi sovvenuto di mandare in Polonia un soggetto, che portasse il nome e cognome di Benedetto Odescalchi, stato tanto grato e benefico a quella nazione, e che un tal nome e cognome, quanto più presto sarebbe stato possibile, averebbero consolato il sacro collegio, che sarà sempre memore di così gran pontefice.