PARTE QUARTA 195 Prima di partire da Seghedino, dove lasciai l’intiero reggimento sotto il comando del tenente colonnello, feci più disposizioni ed ordini, e fra gli altri per la conservazione della cassa de’ quartieri d’inverno prossimi; perchè con esattezza fossero impediti que’ lamenti, che più volte mi furono fatti dagli uffi-ziali, contro dell’istesso tenente colonnello. Questi miei ordini, ben lontani d’essere ubbiditi dal tenente colonnello, furono da lui interpretati, che volessi levare agli uffiziali la libertà dovutali, consigliandoli a non obbedire; anzi a formare seco una supplica al consiglio di guerra, dove era sicuro d’essere sostenuto, mostrando che questo mio ordine fosse contro li decreti di sua maestà cesarea, e persuadendosi che fossi io più mille fiorini debitore al reggimento, e che di tutto conveniva farne l’accusa, e sollecitando e gli uni e gli altri a sottoscriversi, come in parte fecero, ed anche alcuni di quelli che prima si erano lamentati contro del medesimo tenente colonnello e che avevano desiderata tal mia utile disposizione. Il memoriale contro di me per posta fu spedito al maresciallo Storemberg, presidente di guerra, mio atroce nemico, in odio dell’intimo favore che godevo appresso del conte Kinski, cavaliere di Boemia e che allora era il forsi primo ministro, « per posta rispeditone al reggimento il rescritto: che non si dovesse obbidire al mio ordine dagli uffiziali e che, alla prossima mostra si fosse trovato che il reggimento non era stato pagato, che l’avvisassero; perchè si sarebbe stabilito un esempio in faccia dell’armata, levandomi il reggimento e cacciandomi via. Un uguale decreto difinitivo mi fu mandato al letto, dopo spedito l’altro al reggimento, e senza comunicazione nemmeno de’ lamenti, sopra de’ quali si era fatto tal decreto così obbrobrioso al mio onore, credito ed autorità in faccia de’ miei subalterni. Le mie repliche e suppliche per mostrare il contrario, benché infermo, ch’ero nel letto, ma lusingandosi di contribuire alla mia morte o a disperarmi, perchè rinonziassi il reggimento, nulla si riguardava; ma solo si sollecitavano dalla stessa casa Storemberg tutti gli uffiziali contro di me, che nemmeno più mi consideravano, appoggiati al presidente di guerra e gonfi per