PARTE SECONDA 43 sciuto. Io senza dimora obbedii e colle poste mi trovai nel campo un giorno avanti che cominciasse la trincea di Neu-hausel; dove sua altezza volle sentire il mio debole parere sopra più cose. E perchè appena cominciato finì per ondine della corte, e nella ritirata vacò una compagnia di fanteria nel reggimento di Tintibal, per opera del generale Rabatta mi fu dal colonnello conferita ; e nell’istesso momento fui dal duca rispedito al fiume Rab, acciocché sempre più facessi migliorar le (difese e metterle in istato tale, che lui con l’armata capitale se ne fusse potuto servire; giacché avea ordine preciso di ritirarsi a quel fiume, per far ivi 'testa al nemico, che con quella formidabile nota potenza a gran passi si avanzava. Ritornato sul Rab, ritrovai il conte Draskovig partito per Vienna e tutta quella difesa, tanto importante, appoggiata solo a pochi subalterni capitani ungari; e considerando che il maggior pericolo era verso l’isola del Rabacos, colà mi portai e feci alzarvi terreno, preparando batterie e disponendo, per ogni bisogno, la demolizione di vari ponti e preparandone altri sopra le paludi di Asvagn, per la comunicazione con Giavarino, dove il duca m’avea confidato di volersi porre coll’armata. Tutte le mie operazioni andavano in apparenza con vigore; ma in sostanza, nel trovare ordine ed efficacia per la difesa, si andava molto lentamente. Precorsero lettere del Tekely, che minacciavano chiunque non si fusse unito con lui a’ danni de’ tedeschi. Io di tutto davo parte al duca ed a’ sudditi stessi, tutti ribelli nel cuore. Sua altezza, che volea prendere le sue misure, mi mandò un aiutante con più dragoni del reggimento del cavalier di Savoia, acciocché restassero appresso di me, e mi assicurò nell’istesso tempo di presto soccorso e di mandarmi il necessario per la fortificazione di Asvagn. Ma non sì tosto da me partissi l’aiutante, che, seguita la vigilia di San Pietro, si cominciarono a vedere le fiamme verso Papa, portatevi da’ tartari; onde gli abitatori di Rabachos, tutti confusi allor che speravano la lor salute nel cedere agli inviti del ribelle, fingevano meco desiderio di difesa. E nel giorno di San Pietro, un gran squadrone di tartari attaccando il ponte di Budel, per necessità del proprio