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AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI
e pensieroso, mi soggiunse : « Perchè sete così malinconico ? » — « Non so, serenissimo (risposi) ; so che questa partenza m’affligge, ma non so il perchè ».
   Già era il sole suill’occaso, quando da tutti congedatomi col chiaus, ben regalato e con auguri di felicità, ripigliai sulle poste verso Gran Varadino il mio viaggio. Avvicinatomi a quella piazza, fui circondato dalle guardie che fuori s’appiattavano; e mi condussero avanti alla fortezza, già tutta in armi. Su d’un bastione affacciatosi il pascià, volle parlar tanto meco, che il mio chiana ebbe 1’ opportunità d’ accostarseli con una piccola barchetta e di dirli che in un giorno o due sarebbe stato chiuso dall’armi cesaree. Allora egli, sapendo che come servidore del re d’Inghilterra, amico della Porta, non avrei negato quest’atto d’amicizia, mi pregò a ricevere meco tre persone con due turchi, eh’ andar doveano a Costantinopoli. Io per termine di buona corrispondenza gli accettai, e tutti insieme ci avanzassimo in quella stessa notte ad una selva, in cui fermatici insino allo spuntar del giorno, c’ incamminassimo poi a Jenu.
   Partissimo nel dì seguente da Jenu, per renderci a Lippa; a cui già vicini, sci fermassimo un poco in una vaga collina, sotto una fresca fontana, per ristorarci con que’ cibi che avevamo. In questo mentre scoprissimo da lungi un villano, che feci alla mia presenza condurre; e domandatoli che cosa vi era di nuovo, mi disse : « Passate quella collina, che vedrete
lo	spettacolo ! » Giacevano ivi più di 60 busti cristiani, alli quali non ‘prima d’un quarto d’ora era stata troncata la testa. Perciò, temendo che vi fussero tartari o ribelli, ordinai a quelli che meco venivano, che l’uno dopo l’altro a guisa di mercatanti marciassero; ed in quest’ordine avessero altresì camminato li tedeschi e gli ussari.
   Avanzatici appena un poco, scoprissimo da lungi un polverio di numerosa cavalcata; e benché alla mia gente ordinassi ancora che avesse il viaggio a lento passo proseguito, contuttociò non fu possibile conoscere se quei, che contra noi venivano, erano tartari, turchi o ribelli.