242 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. RIARSIGLI tura (li Colonia, nè l'altra de’ svizzeri si sarebbe avuta. E si averebbe duuto contentare, per grazia e mala nostra condotta, di un chiericato di camera. Questa risposta mia fu rispettosa, ma forte, con l’appoggio del fatto della grazia. La mattina seguente fui visitato da monsignor Lancisi, medico di nostro signore, in di lui nome, e che aveva in di lui compagnia monsignori Origo e Lambertini. E quello, toccatomi il polso ed informatosi delle circostanze del male, fu supplicato da me di rendere le mie umilissime grazie a sua beatitudine di questa nova finezza verso di me, ed assicurarla dell’impazienza che avevo d’essere ai di lui piedi, per ringraziarlo della gratitudine che aveva mostrata alla santa memoria d’In-nocenzio XI, di lui stato benefattore, nella persona di monsignor Erba, di esso pronipote, alle mie insinuazioni in nome del signor cardinale Casoni e del beneficato prelato, raccontandoli la missione, che fece al mio letto, di monsignor Olivieri, e che ieri sera fu spedito il corriero con tale grazia. Tutti li prelati restarono stupefatti di così inusitata grazia, che li rese stupidi sentendola, chè nemmeno del negoziato mai n’intesero parola. Rimesso di salute, fui subito ai piedi di sua beatitudine a dargliene, e per mio conto e del signor cardinale Casoni e di monsignor Erba, le duute grazie. Nostro signore tutto ridente m’accolse, dicendomi che con la mia persuasiva gli avevo fatta fare una pronta risoluzione, che avanti del mio parlare mai a tanto aveva pensato, e, siccome tutta la corte aveva esaltata questa sua grazia, che lui a me era tenuto. Risposi: « Vostra santità deve questa espressione al zelo che tiene il signor cardinale Casoni per la di lei gloria, che non può essere maggiore di quella che riguarda alla gratitudine del benefattore. Questo istesso sentimento fu quello, che sino ad ora inquietò il Cardinal Casoni, memore della distinta beneficenza di quel papa verso di vostra santità, che la stabilì in questo Vaticano, dove divenne di lui successore; come dell’altro verso di sè, coll'ammetterlo alla di lui confidenza primaria, ed immemore poi del danno che n’ebbe alla di lui morte, lasciandolo alle pugnalate de’ nemici senza difesa di carattere veruno. Perchè morto quel santo pontefice, sa vostra