206 autobiografia di l. f. MARSIGI.I Il conte Kinski per tre giorni di continuo, ogni giorno nove ore, al tavolino, con me e secretari della cancellaria dell’ imperio, di corte e di guerra, ripassò tutti li capitoli della pace fatti e che erano da stabilire, fece a tutto annotazioni. Si venne agli alleati, perchè la pace seguisse con la nota alleanza difensiva. Fu la spedizione la più importante, che per secoli avesse avuta la casa d’Austria, e ben pesante per me, che m’andavo preparando per la partenza lentamente, per dar tempo alli corrieri di Venezia. In questo mentre il conte Kinski una mattina si chiuse meco in camera, dopo avere terminata e fatta la spedizione, e con oggetto di soddisfare all’animo suo; che meco volse sfogare nel motivo della poca gratitudine che trovava in sua maestà cesarea, ch’era pronta a conferire la carica di maggiordomo maggiore al conte d’Aracco e senza che mai gli ne avesse fatta una parola per acquietarlo, che per servirlo l’aveva impegnato nelle materie odiose della riforma, per la deputazione della quale era presidente, e senza sostegno : « che predissi e protestai a sua maestà cesarea prima di volerla accettare, e che me ne assicurò di manutenzione con una lettera di sua mano. Dimodoché prostituito nell’impiego, il padrone non servito, e nella ricompensa così trattato, ho consumato gli anni miei, salute e borsa, avendo 200.000 fiorini di debito. Gli altri, che non fanno nulla, vivono allegri, hanno ricchezze, onori. Imparate ». Animai il ministro a ben sfogarsi, per sollievo dell’animo di natura riserratissima; e non più il vidi, come più a basso si vedrà, stranamente. Giunsi a Carloviz, atteso dall’intiero congresso, come quello che dovevo portare una risoluzione di tanto peso, dove li turchi se ne inquietavano, ed a segno che chi li portò la nuova ch’ero giunto ebbe cinquanta zecchini di buonamano. Si fece tra noi imperiali subito una gran conferenza, che durò per ore; nel giorno seguente col veneto e nel terzo col polacco, dove si trattò l’emergenze de’ veneti, che conveniva spianare per averli stabili nella lega difensiva, nota perpetua. Si lessero le proposizioni de’ turchi al loro riguardo, e per la Morea, si trovò