MDXXXlir scono ; Turchi lo assedia nè allra molestia li fanno, el esser fugiti homini di Tarmala lurchesca in la terra, dicono ditta armata esser malissimo in ordine. Dii dito, di 7, hore 20 in galìa (dia Fianca sopra V isola di la Zefatonia, ricevuta ut supra. Navigando verso il Zante, come dissi per altre mie, lenendo avanti una fregata per intender di T armata Cesarea si la fosse passata, questa malina sopra I’ ixola da la banda di tramontana vene a me ditta fregala dicendo esser slà ad Eracle, e il patron mi disse come quelli di l’isola li havia ditto che eri di nolle el capilanio Doria con 24 galìe et fuste et una fregala era sialo lì e l'alo aqua, in pressa è partito verso il Zante. In questa hora poi è venuli a mi altri che dicono il giorno avanti haver visto tre galìe, quali venivano di levante et si tien fosseno T antiguarda, et eri di notle se partirono, incontratesi in le nave, quale erano numero 20 in zerca, con quelle rilorno-rono a drielo et dicono non poter numerar le nave, per esser notle ma quelle andavano verso il Zante, unde inteso questo mi ho firmato qui nè ho voluto andar al Zante per non mi trovar con dita armala per bon rispetto. Da Corfù, dii redimento e proveditor zeneral Moro, li 8 Avosto, ricevute ut supra. È venuto questa malina qui una barca cesarea di banchi 11, parlile terzo zorno di Olranlo va a Coron il qual patron dice al suo partir di quel loco gionse uno navilio corfuato cargo de marmori che portava a Venecia, et venia di Zenoa, referisse: il principe Doria alli 3 da Messina con T armala, 198 vele cinquanta, videlicei galìe 25 et 25 tra barze e gaiioni, per andar a soccorrer Coron e si levò con ditto navilio in un tempo medemo da Messina. Riporta che a Galipoli et a quelli contorni erano 8 galìe cesaree, le qual si doveano venir a unir con ditta armata; et villani, si tengono alla guarda de T ixola da la banda di caste! Santo Angelo ; mercore dicono aver veduto in alto mar da la Longa gran numero di vele, parie di taglio parie a la quara, che veniva verso levante discoste, e per il tempo fosco non si potè numerar. Oltra questa, eri al lardo passò etiam 7 altre vele latine fuora di quesla ixola, le quale navegavano tulle unite verso levante. De li ditti, di 9 ricevute ut supra. È sopra -zonla qui una fusta maltese, vien di Galipoli, capilanio uno gentilomo genovese cavalier di la Religion nominato fra Jacomo, qual conferma la partita di Tarmata dii Doria da Messina alli 3 et fin ora l.ien la sia ne le acque di la Zefulouia: aferma esser I Diarii di M. Sanuto. — Tom. LVIII. agosto. 610 galìe 26, zoè 15 dii Doria, 5 di Anlonioto Doria qual è capilanio dii regno, el 6 di la Religion di Rodi, et da 25 in 30 fra nave et gaiioni, benissimo a ordine di gente, arlellarie el altre munilion, maxime il galion di Belhomo : conducono seco 500 fanti, videiicet 3000 spagnoli il resto italiani, et dice è per haver etiam altre 8 fra galeote et fusle et si aspetta le galie vien di Spagna ; va verso Coron, non ha voluto aspelar quesle vien di Spagna, Coron ha bisogno di esser soccorso. Afferma, dillo Doria voler affrontar T armala lurchesca aspettandola et venir al conflitto. Scrivono, esso rezimento et proveditor zeneral, questo loco di Corfù è dispro-visto, non ba danari ni viluarie: per esser il loco di la imporlanlia che Tè voria haver sempre viluarie per uno anno; scrive lui proveditor ha ricordato per più sue, non è stà fallo nulla e ricordasi mandi danari per quelli soldati. Dii Zante, di sier Matio Barbarigo proveditor, dì 17, ricevute ut supra. Come havendo spazà uno suo messo al capilanio di l’armala e nel campo per recuperar la nave di Dragi, et essendo cri sera tornà da Clemoniza domino Piero da Ponte citadin nostro, referisse haver inleso dal fradello di Maumeth canzelier dii flambular di la Morea come era ventilo comandamento di la Porta di non com-bater Coron, ma solamente lenirlo asedialo da mar et da terra; e come terzo zorno erano passati per quella campagna 600 turchi che veniva di campo et andavano a li loro caxali, tien sia per far li racolli ; dice esser slà taià a pezi per turchi li homeni di Ire ville dii territoriodi Clemoniza, et era cominciala a cessar la pesle, el anche nel castello questa luna non è stà altro mal e in la Morea è belissimo arcolto di biave. Di Roma, dii Venier orator, di 17, ricevute adì 21 in Fregadi. Eri matina riceveli le letere con il Senato ; da poi pranso andai dal Pontefice qual per le gote era in leto et per la siatica et si havea una musica di tre lauti, et li exposi le lettere di haver dato il possesso di Corfù, el li feci lezer le proprie leitere. Soa Santità, udite, disse : haver dato il possesso di Corfù era bene, ma stava ad-mirativo non fusse compiacesto di quel di Treviso al reverendissimo Pisani, essendo quel Sialo religioso et iusto el facea professione di amar Soa Santità, el clic questo possesso ricercava per la dignità di la Sede apostolica et fusse exempio de iustilia alli altri principi. Io replicai, Soa Santità volesse elezer uno altro: disse non voler, el essendo a farlo di novo faria il Cardinal Pisani, perù pre- 39