178 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI Il gran visire avanzò con la sua armata da Belgrado su le montagne di Peter Varadino; e Tarmata nostra, passando a coprire la piazza con il campo, ivi si trincierò, fermando ambo li fianchi col Danubio. E dopo di questo impegno del trinciera-mento, giunse il maresciallo conte Caprara, che da Titl mi richiamò all’esercito, dove trovai il mio reggimento accampato all’estremità dell’ala destra: sito il più esposto di tutti. Il gran visire si risolse d’attaccare l’armata cesarea con formali approcci, dimodoché noi pure rinforzassimo sempre più il trincieramento di lavori, di mine, di cannoni; e susse-guentemente, per ordine del maresciallo, drizzai una seconda tagliata di trincieramento. Feci meglio fortificare il ponte, che stava coperto dalle nostre barche armate, che di continuo erano cannonate dall’ armamento navale de’ turchi e dalla batteria posta da’ medemi nella punta superiore dell’ isola, più basso di Peter Varadino; contro della quale fui pure distaccato con due battaglioni d’infanteria e più guastatori, per tentare di mettere una batteria in una palude, che al fianco battesse quella dell’inimico ed una parte delle di lui barche. Le continuate pioggie difficultavano questo lavoro; ambi gli eserciti giorno e notte si cannonavano reciprocamente; la nostra cavalleria molto soffriva, tanto per il fuoco di quello, quanto per mancanza di foraggi. Li tartari passarono a Cubilla il Danubio, inondando la pianura di Bacha. Tentarono con stratageme li turchi di rom pere il ponte nostro di Peter Varadino. Il Veterani dalla Tran-silvania s’avvicinava al Tibisco. Le pioggie durarono più di nove giorni e notti, ed ero stato ordinato di rendermi con 1000 fanti e molta milizia rasciana a Iloch, più sopra Peter Varadino, per ivi alzare un nuovo ponte sul Danubio, che servisse di passaggio all’esercito del Veterani, che da ivi per li monti doveva venire in schiena all’esercito ottomano, ed il capitale cesareo uscire dalle trinciere, prendendo nel mezzo li turchi; che, abbattuti dalle pioggie e patimenti, d’improvviso col favore della notte si ritirorono, senza che io avessi potuto esequire il comando datomi. (NB. Vedasi il disegno di questi campi, che sarà da giungere in qua).