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AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI
line di inaggio spedito a Roma dall’imperadore al pontefice per sollecitare, ad istanza del duca di Lorena, la dispensa del gran priorato di Castiglia in favore del principe Carlo, suo secon dogenito. In fatti però, e il primo motivo di questa mia spedizione, fu per impedir destramente i trattati del Cardinal di Fistenberg, che pretendea di farsi abilitare alFelettorato di Colonia per la prossima vacanza che rimostrava l’agonia di quel-l’elettor arcivescovo ; ed oltr’ a ciò per proporre alla santità sua una lega difensiva in Italia. Il pubblico pretesto della mia credenziale a favore del suddetto principe Carlo dovea cader alla notizia del Cardinal Cibo, segretario di stato e creduto molto parziale della Francia. Gli altri due negozii, come occulti, furono accreditati in una lettera privata diretta a monsignor Casoni, acciocché gli avesse fatti accettar, come seguì, da sua santità.
   Partito dunque da Vienna, passai per Padova nel giorno festivo del suo santo; ed avendo ivi trovato il duca di Mantova, che mi confidò di aver pensiere di portarsi come principe volontario all’ esercito di cesare, conforme avea fatto 1’ anno precedente, non mancai di animarlo a tal risoluzione, giusta le istruzioni che ne tenevo dalla corte di Vienna e secondo le altre ancora che me ne diede il marchese Ferdinando degli Obizi, che ivi trovavasi e volle che io destramente lo secondassi discorrendo con sua altezza.
   Perciò con ammirazione mi rivide Roma in tempo che mi credea in campagna ; ed il Cardinal Pio restò molto geloso, perchè supponea, come altresì l’ambasciador di Spagna, che la corte di Vienna credesse poco agli uffizi loro intorno al gran priorato per il suddetto principe Carlo. Sì l’uno però come l’altro non fu tanto semplice che non sospettasse aver questa mia pubblica commessione qualche segreto maneggio.
   Fui condotto con ogni sollecitudine a’ piedi di sua santità, dopo d’aver dato le mie credenziali al medesimo Cibo e parlatoli; come anche feci col Casoni, ma con quella distinzione di confidenza, che ricercava il fine della mia spedizione.
   La sera precedente al giorno della mia udienza, capitato l’avviso della morte dell’elettor di Colonia, mi fu subito da un