PARTE TERZA
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erano tre anni licenziato per la sua vecchiaia; ma che tutti li carnefici attuali di quel tempo essendo sue creature, quello ch’avea strangolato il pascià gli avea fatto regalo della suddetta pelliccia.
   Io	attonito restato per un incontro sì strano, dissi nella tavola medesima che, prima di licenziarlo, volevo almen per un giorno o due informarmi appieno da lui della tirannide ottomana. Ed in effetto, non avendomi egli stesso negato d’aver esercitato quel mestiere insiu dal principio della reggenza del vecchio Chinperly ed avendolo dall’altra parte io preso con alcun ungaro d’oro, mi nominò a centinaia li pascià ch’avea decapitati ed insieme li motivi ch’avuti n’avea la Porta; la quale siccome non aveva mai proceduto in quest’esecuzioni senza una tirannica violenza, così mai non eran morti li condennati senza una piena rassegnazione a’ voleri della medesima.
   Ascoltate in questo modo istorie d’ogni elegante penna ben degne, lo licenziai; e mi diedi a preparare un lungo dispaccio per la corte di Vienna, a cui avvisai la continuazion della guerra. E così anche fattosi con la corte d’Inghilterra e con i suoi stati uniti dalPambasciadore d’Olanda (come si vede etc.), c’incamminassimo poi per Costantinopoli. Dove, appena giunti, mi si riaprirono le ferite della testa; le quali ben guarite, mi scelsi una piccola casa con un giardinetto, per vivere in qualche riposo dopo tante fatighe.
   Anzi presi a questo fine il quieto studio delle antichità di quel distretto, della natura, del moto, delle sorte e delle qualità de’ pesci che si trovano nel Bosforo Tracio, con le naturali loro effigie, come altresì feci delle testaccie e di varie specie di coralline, non prima in quel canale scoperte. Osservai ancora il moto di quelle correnti, uniforme al mio Trattato del Bosforo Tracio, in Roma stampato; raccolsi la geografia del canale del Bosforo medesimo; considerai la qualità di molti semplici che nascono in que’ scogli; feci l’anatomia d’alcuni limoni di Scio, ch’un altro intero limoncino chiudono in seno; m’informai de’ cibi e delle bevande, con le quali si nodriscono
li	turchi, e con quest’occasione ebbi un pieno ragguaglio del caffè e di altre piante dell'Egitto, le di cui frutta servono di