168 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI fosse mai stato conferito. Tale appassionata opposizione m’incomodava, ma non già mi faceva disperare, anche fra la dilazione, il conseguimento della grazia, affidato dalle clementi espressioni cesaree, a me fatte da lui quando in persona lo supplicai. In questo mentre, per la morte del colonnello Arizaga, ne vacò un altro d’infanteria, e con l’istallazione del conte Aisler nella carica di generale commissario, rassegnatasi poco prima dal generale conte Caraffa, vacò un altro di cavalleria, che dovette rassegnare. Dimodoché li due miei pili forti competenti: marchese Bagni restò con quello d’Arizaga consolato et il generale Corbelli con altro di cavalleria stato dell’Aisler, e quello di Bek a me : con un strepito indicibile, ché tre reggimenti vacanti si fossero conferiti ad italiani tutti. Il presidente di guerra, che non aveva potuto impedirmi la collazione suddetta, prese il falso spediente di volermi tanto nell’avvenire aiutare per le reclute ed altri bisogni per rimettere il reggimento, da quello che per il passato mi era stato contrario. Questa mutazione fu bene da’ miei amici intesa, e da me ancora, per un allettamento a persuadermi di un regalo alla sua consorte, che ben prevedeva di non potere da me questo pretendere per li cattivi passati uffizi fattimi dal marito, ma che bisognava lusingarmi con la speranza d’aiuti nella conservazione dell’ottenuto reggimento. Questa mutazione fu da me, come da tutti i miei amici conosciuta per quella positiva domanda di regalo, che alla fine apertamente se mi fece e che non volevo intendere per le passate ragioni. Ma il marchese di Borgomainero, ambasciadore di Spagna, e conte Kinski mi forzarono col consiglio, riflettendo che mi avrebbe perseguitato in tutto che riguardava alla conservazione del reggimento, se non mi fossi risolto ad un dono alla moglie; che alla fine stabilì di 500 ungari d’oro in una sol pietra di diamante. Che subodoratosi e da lui e da lei, fui tre volte invitato a pranso d’ambi, che ricusai; ma espressamente mi portai ad una visita, nella quale facendo intendere al maresciallo che avevo il dono pronto, lei si ritirò meco in una vicina stanza, della quale il marito fermò la porta. Ricevette con un sorriso la pietra e la guardò con sussiegati ringraziamenti, senza un minimo poste-