78 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MAR8IGLI ed il passaggio dell’esercito ch’erasi allora rinvigorito dall’armata comandata dal duca di Baviera, che ritornò dal Tibisco. Passato con poderoso esercito il Dravo, in un paese tutto bosco, sei ore più sopra dell’Oéssek medesimo, ed avvisato il duca, che il gran vesir Soliman pascià al predetto Oéssek s’avvicinasse, risolvette d’avanzarsi a quella volta per tentar la sconfitta dell’uno e l’espugnazione dell’altro; mostrando in tale marcia non men la scienza, che la finezza dell’arte militare necessaria in simili siti, nelli quali, fra l’onore d’esserli sempre vicino, ebbi la sorte d’obbedirlo in più occasioni e d’imparare assai. Si giunse infine a vista dell’Oèssek e del campo ottomano che 10 cingea, com’egli stesso era circondato da una trincea che fab-bricavasi di continuo da’ turchi con nostra ammirazione; poiché dal tempo della guerra insinallora non l’avean mai praticata. Fui comandato a riconoscerla quanto più avanti fosse stato possibile, servendomi de’ cannocchiali e dell’eminenze degli alberi. Eilevatane chiaramente la figura ed estensione, ch’alia destra si chiudea col Dravo ed alla sinistra con una gran selva, e ben compresa tanto dal duca di Lorena quanto di Baviera, risolvettero di mettersi in ordinata battaglia, per guadagnare con una marcia il fianco aperto d’una selva ed ivi cercar l’adito ad un formale fatto d’armi contra l’esercito inimico. Ed in effetto l’ordine con cui marciava una tal numerosa armata (nonostante 11 gran fuoco del cannone della trincea inimica ed i continui attacchi di 5.000 in 6.000 cavalli turchi, ch’or alla sinistra ed or alla destra tentavano di turbarlo) fu così fermo e regolato, ch’a vanzossi verso la selva. Ma riuscendo ciò in maggior distanza di quello che si era figurato, conveniva discostarsi di molto dal Dravo, lasciando all’arbitrio del nemico li magazzeni sopra il detto fiume ed il bagaglio, il quale dall’ala destra del medesimo potea esser ingoiato. Questa gran riflessione, con la necessità dell’acque per uomini ed animali, ed anche de’ foraggi, obbligò l’esercito ad una lenta contrammarcia verso il Dravo, con qualche rilevante danno del cannone inimico. Dopo fattesi più consulte, che stabilirono l’impossibilità di attaccar il nemico così ben postato, si prese risoluzione di ritirarsi nuovamente al ponte del Dravo: e siccome questa ritirata