PAKTE PRIMA 17 questi nella sala, il dopo pranzo appunto che l’ambasciadore dormiva ed io col suo Aglio mi tratteneva a giuocar nel volante, fece istanze così petulanti che si svegliasse, che bisognò farlo. Chiamato l’interprete, fu ammesso alla presenza del bailo, a cui disse di voler visitare le sue navi per ordine del gran vesir, mentre ivi moltissimi schiavi si erano ricoverati. Sorpreso il Civrani e non avendo chi altro potesse spedire per consiglio al Morosini, che si era ritirato in una casa vicina, servissi di me, confidandomi il ricercarlo del suo parere e d’assicurarlo che lui non aveva mai dato ordine che quei meschini fuggitivi fossero stati raccolti nelle sue navi, e che vedeva difficile il poter impedir la visita che si pretendeva, come per causa molto delicata appresso quell’avara nazione, o che almeno si sarebbero incontrati altri sinistri accidenti. Il Morosini trovò più che necessaria l’esecuzione della visita e tanto più che neanche lui aveva mai ordinato che i schiavi fossero stati ricevuti. Giunto io con questa risposta, fu aggiunto a’ turchi un interprete di poca vaglia ; onde non avvertì a far precorrere alPammiraglio l’avviso di questa visita. E perciò, presentatisi all’improvviso quei ministri sulle navi, due di quei miseri schiavi spaventandosi corsero precipitosamente a nascondersi tra le funi e cannoni del legno e, volendo i turchi seguitarli con gran petulanza, costrinsero la milizia ed i marinari a dar di mano alle arme ; onde furono obbligati a ritirarsi nelle loro barche ed a portar relazione al visir della resistenza de’ schiavi e della violenza patita da’ veneti: ed ecco acceso un gran fuoco. La notte che seguì, per comandamento de’ baili dovetti ricorrere ad un turco molto onesto, chiamato Agy Mustafà, mio grand’amico, per consiglio ; e mi disse che era impossibile lo sfuggir alla consegnazione de’ due schiavi già visti e che il visir indubitatamente col mezzo di Kussàin agà averebbe istituita un’avvania grandissima, come seguì. Consegnati i due schiavi, animati dalle promesse de’ baili di volerli riscuotere a qualsisia prezzo, purché fossero stati costanti in parlare secondo le istruzioni che se li diedero, il visir cominciò a pretendere che quelle navi si devessero portare all’arsenale di Costantinopoli ed ivi che fossero scaricate di tutto,