PARTE QUARTA 179 L’armata cesarea ripassò li Danubio nella pianura di Bacha. Il generale Caprara, desideroso di godere del comodo di una picciola casa, vicino il villaggio di Futoch, volle avere la mia persona e reggimento per sua guardia. In quest’ozio informai dello stato del mio reggimento il nuovo colonnello, poco prima da me fattosi, Melchior Solzer, giacché, poche settimane prima, di morte naturale era morto l’altro signore Teldstaim. Scielsi questo, ch’era stato capitano nel reggimento Tinghen, che aveva il credito d’ottimo economo e che godeva la protezione del conte Guido di Staremberg; alla considerazione delle di cui raccomandazioni li conferii tal carica, rendendogli quel denaro che mi volse donare. E di quale ingratitudine mi pagasse, sotto la protezione della casa di Sta-renberg, la serie degli accidenti susseguenti lo mostrerà, avendo parso che l’introdurmi questo avesse per oggetto di servirsi di lui a travagliarmi. Li cattivi tempi vennero, li quartieri si distribuirono, e di me e reggimento fu destinato quello del comitato di Ghemer; dove giunto, l’occupazione dell’ economia fu la maggiore, et il divertimento principale quello delle tante miniere di ferro, che ivi si trovavano. Il mio nuovo tenente colonnello desiderò di portarsi a Vienna per •suoi affari, il che gli accordai con la commissione che m’intercedesse la licenza di poter passare a vedere la dieta in Polonia, con la comodità di trovarmi ai confini della medema. Ma questi, immemore dei miei benefizi, cominciò a dire alla corte, che aveva ordine da me di pretendere l’ambasciata per me per quella dieta; il che avvisatomi mi sorprese, mi atterrì della poca fede verso di me, che ne’ termini prescritti di sola curiosità domandavo la permissione di potermi lì rendere. Questo ritornò a’ quartieri, che già erano stati mutati in quelli delli comitati Picciolo e Grande Vudense; e mi portò l’avviso che sua maestà mi avesse dichiarato suo cameriere della chiave d’oro, con l’ordine di dovermi apprestare al solito giuramento in corte; come seguì, trattenendomi in quella sino al prossimo tempo della marcia della nuova campagna.