PARTE SECONDA 117 mente informato di tutto il paese che fra Nissa e Costantinopoli restava, mi fermai nell’opinione e nel consiglio che si dovessero portare tutte le nostre forze unite con la marcia di 6 giorni a Sofia, memtr’era luogo abbondante d'abitazioni, tutto aperto e capace di dare a tutto l’esercito quartiere, il quale si potea rendere più sicuro con 1111 recinto da fabbricarsi subito, e copioso de’ viveri con la comodità de’ villaggi ch’eranvi attorno. Oltr’ a ciò dava il libero comando in tutto quel tratto ch’è fra il Danubio ed il mare, conforme rimostrai per la notami situazione di quel paese e della costituzione di que’ popoli, a’ turchi allora ribellatisi. Mi proposi ancora di guida e ne diedi la cauzione sull’ onor mio e sulla mia vita, esagerando che la vittoria di Nissa, in riguardo dell’imperio cesareo, si dovea considerar per l’istessa che fu quella di Mohacz in favore dell’imperio ottomano. Il principe Luigi conoscea già tutto; ma, contento della linea del monte Emo e desideroso di corrispondere alle brame della corte per la sommessione della Wallachia, risolvette di distaccare un corpo sotto il comando del generai Piccolomini verso l’Albania, acciocché vedesse di coprir le conquiste ed i viveri per l’inverno, giacché colì’aecostarsi alla Transilvania era sicuro del rinforzo di quel corpo. Eseguitasi questa separazione, volle il principe di Baden negar al principe Piccolomini la mia persona e commettermi la difficile ricognizione della marcia da Nissa a Vidino. Così giunse il nostro esercito, con ogni felicità ed improvvisamente, al campo di più mila turchi, eh’ ivi stavano sotto il comando di Sani Osein pascià. Il quale postosi in battaglia col vantaggio <li un cimitero e trincieramento attorno al castello, risolvette il principe Luigi di non darli tempo, separando la cavalleria dalla fanteria; acciocché quella con un trotto serrato, per quanto potea permettere la marcia del cannone, lo investisse, come fece. Il medesimo principe allora mi ordinò di mai staccarmi da lui e, pigliando il comando della sinistra, per guadagnar l’eminenza del cimitero che al campo soprastava, fece assalir colla destra dal conte Veterani il trincieramento. Questi, benché nella testa ferito di moschettata, pur superò il ne-