90 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI cardinalizio, ma all’inquieta sua natura. Questo è quello ch’ha procurato, con illecita simonia, di comprarsi li voti della elezione all’elettorato; mentre non li mancano danari ed assistenze della Francia. Ma simil elezione non potrà mai seguire senza la dispensa della santità vostra, la quale o deve ammettere la rinuncia al vescovato che possiede di Trasburg, o deve permetterli la reggenza di quello con l’arcivescovato di Colonia. E siccome o l’uno o l’altro sarebbe una gran grazia, così non si crede che la santità vostra sia per farla ad un soggetto ch’ha menata una vita già di scandalo a tutta la cristianità e che nell’imperio ambisce un tal grado per fomentare più vigorosamente le guerre, le quali, a sollievo dell’ottomano, contra la Germania minaccia la Francia. Quindi è che mai la maestà dell’imperadore nè li principi elettori acconsentirebbero a quest’elezione, per non fortificare a loro danno un soggetto, che è il Tekly dell’ imperio e che mai cesserebbe di porlo sossopra, benché altrimenti oggi promettesse. Perciò l’imperadore mio padrone mi commette di portare alla giustizia della santità vostra le più filiali e vive istanze contra ogni dispensa che tentasse il cardinale di avere, assicurando vostra santità che la soscrizione di un tal breve sarebbe altrimente una chiamata all’armi di tutto l’imperio, di cui essendo cesare il capo ed avendo perciò giurato di proteggerlo e difenderlo, doverebbe darli assistenza col maggior nervo delle sue milizie, a discapito e tracollo di sì bella sorte che sempre vittorioso gode contra i turchi nell’Ungaria. Dall’altra parte non è privo il capitolo di Colonia di meritissimi soggetti, fra’ quali è il principe Clemente, fratello del duca di Baviera, che in questa guerra continuamente sagrifica il proprio erario ed espone il suo sangue al servigio di Dio e della cristianità : meriti che non ha il caldina l di Firstenberg. Oltr’ a ciò il principe Clemente è di una vita innocente, ed in causa di mera dispensa n’è assai più degno e capace dell’altro, poiché, altro non mancandoli che un breve tempo a farlo di legittima età, è assai più meritevole di esser graziato di dispensa in quella elezione, sulla quale non lascia l’imperadore d’interporre tutti li suoi uffìzi. Questa dunque è