172 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI meglio r partito sarebbe stato di non mai attenderlo in tanta vicinanza; come anche succedette, per non unire questo disavvantaggio de’ colli all’altro di doversi retirare con una sfilata per ponti, in faccia all’ inimico. Si fecero le linee di circonvallazione e controvallazione. Nella prima si migliorò la vecchia dell’ ’88, e la seconda fu fatta tutta di nuovo. Ed il sito dell’attacco fu longamente dibattuto nella conferenza; ed il conte Guido di Storemberg, postò il suo progetto sopra del mio, (che volevo attaccare la fronte dell’ opera a Corna e non sottomettere il fianco destro de’ nostri attacchi al gran fuoco di tutto il tratto della medema opera) che fece l’effetto cattivo per noi, che nel progresso dell’assedio si manifestò a tutto l’esercito che, sovvenendosi del mio parere, parlava a vantaggio mio, con passione del conte di Storemberg; che in quell’assedio si confermò in un odio che poi sempre più andò palesando contro di me per più strade, come si sentirà nel progresso della mia vita che nel servizio cesareo molto ha sofferto per questa casa Storemberg. S’apersero le trinciere a piacere del moderno conte Guido, che avanzavano, fra vari accidenti e mancanza di gente e più necessari preparatori, con molta lentezza. L’armamento navale de’ turchi cercava d’avanzare a forza verso Semiino, dove stavano le nostre barche de’ viveri; dove fui comandato con sei battaglioni d’infanteria, un reggimento di corazzieri et uno di dragoni, e 10 pezzi di grosso cannone. E postatomi con la mia gente più basso di Semiino, posi il campo e con il favore della notte alzai una batteria de’ mentovati 10 pezzi, che allo spuntar del giorno cacciarono tutti li legni nemici più basso, dietro dell’isola detta Sugan, al conflusso del Savo nel Danubio; dove postatisi cominciarono una salva di cannonate de’ cannoni di corsia contro della mia batteria, senza verun danno, ed io con l’utile d’aver obbligato l’armamento alla ritirata, senza speranza di poter più ascendere a danno delle nostre barche. L’inimico, che desiderava di sloggiarmi dal mio posto, due giorni dopo su la punta dell’isola mentovata, secondo la mia profizia, piantò una batteria di cannoni di 48 libre di palla, che