PAKTE QUARTA 171 tori e legnami con laboriose vetture. E con questi mezzi terminai il passaggio sul Danubio, per andare a Peter Varadino, longo la ripa opposta del medemo, e dal medemo Peter Varadino a Klaim Canisa ed indi con la Transilvania : comunicazione che mai per l’avanti della guerra nè vi era stata pensata, non che fatta; che poi susseguentemente fu conservata nella forma istessa, espressa nella qui annessa mappa. Per la quale si vedrà che poco più si stimava il passaggio di Osek, sì per essere questa piana strada di Bagka a noi più comoda, che l’altra di Schiavonia, di maggiore sicurezza fra il Tibisco e Danubio, e più alla mano per la comunicazione con la Transilvania, sempre per Belgrado e Timisvar esposta. Mi resi all’armata che stava, in faccia di Peter Varadino, attendendomi con il rapporto di questa fondamentale comunicazione, dalla sicurezza della quale si passò alla consulta dell’operazione da intraprendersi; giacché si avevano più riscontri, che il nemico avesse nella Bulgaria a Rosgiuk cominciato un ponte sul Danubio, e terminatolo a Giorgio nella Vallachia, per dove in quattro marcie poteva mettere piede nella Transilvania, senza che noi a tempo più li potessimo arrivare. E vedendosi in pericolo la Transilvania, senza il tentare qualche cosa di vigoroso, fu risolto l’assedio di Belgrado; benché con poca infanteria e meno cannone, competente ad una piazza guarnita di più di 10 pezzi grossi di cannone e di 20.000 uomini d’arme, e secondata da un numeroso armamento navale sul Danubio. Presa la risoluzione, tutto fu allestito per la marcia a traverso del ponte sul Danubio, avanzandosi a gran giornate alla ripa del Savo, tre ore di sopra di Belgrado, nel medesimo sito che nell’anno ’88 fu fatto quell’istesso ponte, che senza veruna resistenza facessimo. E traversandolo fu stabilito il campo, che poi si trasportò attorno della piazza, nel sito dell’anno ’88; e la scarsezza dell’esercito non poteva ben chiudere con il Danubio e Savo, e di più restava in fondo comandato da una corona di monti, che, come di tanto maggiore estensione di quello che da noi si poteva occupare, conveniva di stabilire che l’arrivo di un mediocre soccorso postati su le colline ci avrebbe cacciati e che