100 AUTOBIOGRAFIA DI L. F. MARSIGLI maestà cesarea, che per la relazione di tutto l’operatosi da me assegnommi il conte di Stratman, suo gran cancelliere, da cui riportai lode ed approvazione di tutto il inio ministero, maggior di quella eh’ avevo meritato. Solo il duca di Lorena, che tuttavia era in letto abbattuto dalla malattia, si contristò con la supposizione che li di lui meriti non si considerassero bene dal papa. Anzi la passione che sentiva per il duca di Baviera, che a gran passi l’andava emulando nel comando dell’esercito, li fece soggiu-gnere che si maravigliava come il pontefice stimasse più li servigi del medesimo Baviera, che li suoi, mentre avea dispensato l’elettorato di Colonia ad un principe giovanetto che nulla sapea di reggenza e di governo d’una chiesa così grande, in cui erano stati lasciati addietro uomini molto consumati nel servigio di Dio; e che poi non avea voluto ammettere ad un priorato di Malta un suo figlio, a cui non sarebbe mancato cuore di spargere il sangue a favore della religione di Malta, nel modo eh’ avean fatto gli antenati della sua casa. Quasi per il dispiacere di questa negativa ricevuta dal papa, mancando sempre più il duca di forze e dilatandosi perciò la mossa dell’esercito, fui costretto dal mio desiderio a chiedergli licenza di precederlo al campo, per giugnervi a tempo di passare il Savo, come sua maestà cesarea precisa-mente avea ordinato, ed eseguitosi poi felicemente dal valore dell’altezza di Baviera, il quale poco prima s’era reso all’esercito per pigliarne il comando generale. Benché io fossi tanto diligente nel viaggio, che in quattro giorni ed in quattro notti mi trovai da Vienna a Belgrado con stupore di tutto il campo, contuttoeiò non potetti esser a tempo al passaggio del Savo ed esservi attore, anzi neanche all’ assedio di Belgrado, in cui già quattro giorni prima erasi cominciato con le trincee da sua altezza elettorale. La quale dentro di esse ricevette li miei ossequi con somma gratitudine e benevolenza, in riguardo particolarmente degli uffizi da me interposti con sua santità per il principe Clemente suo fratello, il quale avea già conseguito l’elettorato. Non contenta l’altezza medesima d’avermi fatta veder l’op-