PARTE QUARTA 175 l’assalto alla controscarpa, destinatosi per la notte prossima; e toccando a me, in qualità di colonnello, il comando dell’attacco imperiale, giacché questo era stato diviso in tre attacchi: il primo imperiale, il secondo brandenburghese ed il terzo bavarese, ed ognuno di questi non aveva più di 300 uomini. Questa disposizione di così poca gente m’obbligò a maraviglia et a dire al conte Guido, che questa ben presto sarebbe stata annichilata, principalmente dal gran fuoco di tutta la longa coda dell’opera a Corna, che giustamente fiancheggiava l’attacco imperiale. Mi disse che questa doveva essere una forma di sorpresa alla contro-scarpa. Risi riflettendo che 20 mila uomini in una piazza erano senza guardie. Non tosto dati li segnali, con ogni braura, da tutti li tre attacchi, si sortì dalle trinciere, ricevuti da un fuoco indicibile dell’inimico, che in un subito illuminò con artificiali fuochi tanto la controscarpa, che ogni parte della piazza. Il cannone, li mortari e granate d’ambe le parti furono incessanti. Delle palizzate all’attacco imperiale c’impadronissimo. Ma non soccorsi di gente, nè di lavoratori e riquisiti. E desolati dal fuoco dell’opera Corna, dopo la dimora di tre quarti d’ora in un così gran fuoco, senz’altro utile che d’essere spettatori, convenne di ritirarsi con solo 50 uomini, tutti gli altri morti o feriti; e del numero di questi ultimi fui io pure, di una leggiera archibu-giata nella gamba destra. E benché anche si fosse col favore della notte preso posto nella medesima controscarpa, si conobbe impossibile la sussistenza per il fuoco della inedema opera Corna, che fiancheggiava con eminente comando ogni alloggiamento in essa: fallo che non era più rimediabile, senza mutare di pianta tutto l’attacco. E questa evidenza, che accreditava il mio progetto, che s’attaccasse la medema opera Corna, sollecitò sempre più contro di me il conte Guido di Storemberg, autore di questo attacco e di questa disposizione d’assalto; dal quale ricondotto ferito e passando per dove stavano tutti li generali, dissi che chi aveva fatta questa disposizione del medemo assalto, che mai n’avrebbe potuto rispondere a Dio et a cesare. Conobbe li di lui falli e temeva di questi la rimostranza alla corte, e credette di potersene assicurare con la violente ambasciata, che mi mandò per il colonnello baron Em, che riportò una cor-