Ili ei mostrò anche più nelle variazioni della cabaletta della cavatina anzi citata, e meglio ancora in quelle del suo Souvenir de Naples, dove il canto si mesce, s’intreccia a doppi, a triplici arpeggi, a trilli, a scale d’ ogni maniera, a quante, in somma, maggiori arditezze sa immaginare 1’ arte infelice di creare le difficoltà pel piacere e il vanto di superarle, nelle quali i professori mettono la loro maggiore ambizione, falsando così i fini dell’ arte, che vuole dilettare e commuovere, non istordire e sorprendere. Ma ad ogni modo, anche in siffatto genere il Colasanti giunse a tale altezza, da pareggiare col soffio e col labbro i portenti del-1’archetto di Paganini. Egli riuscì ad incantare davvero quell’intrattabil serpente, come appunto altre volte, quando i nomi erano meno ambiziosi, chiamavasi 1’ oficleide, e lo rese ad ogni più audace suo concetto pieghevole. Dinanzi a quegljj*sforzi giganti dell’ arduo e faticoso meccanismo ; a que’ sorprendenti armonici effetti, eh’ ei rapisce all’ indocil metallo col sudore che gli gronda dal fronte ; dinanzi, dico, a quella spaventosa bravura, si rimane come atterrito, e il diletto è vinto dalla me-