207 jiDxxxm, la Giaza el Barulo, dicono per ludo esservi la |>eslc, ri al Ziden esser morii tulli, ma nè a Barulo né a Damasco ancora non vi è il morbo. È sla (alo proclamo per nome di la Porla, che ogniun die è obligato se prepari per andar a la guera, el queli die non sono obligiili debano pagar danari el angine. A li qual navilii por nui non è sla dato la pratica. De li ditti, di 27 Marzo, ricevute ut supra. Il morbo è in la (erra in caxe 40 in 50, et sono amaiali da 44 in 45. Di forrnenli saremo (ornili per ludo il mexe di zugno, computa 2000 nioza aspe* lemo da Baffo. Capitò ile qui uno iia\ilio con zecca 4030 moza, venuto da Itoselo, ne tubiamo comprati 3000, a quarto manco ili Ire bisanli il mozo, ohe al prrzo di tre bisanli coreno quelli dii paese, el l’uno et 1’ allro venderne. Ne piace baver inleso veuirà dì qui le do galie bastarde. Et scrivono grandissimo mal di sier Domenego Bembo da san Zulian, so-raromito slato de 11, conlra il qual hanno formato processo, et tanto più laudano l’allro sopracomilo sier Piero Capello, qual si ha porla come nostro Gol et merita la gralia eie. Per tutta la Soria è peste, el de qui sono passati alcuni ritorca lauti nostri. Di Candia, dii rezimento, di 23 Aprii, ricevute a dì 2i Mazo. A di 10 ricevosimo le lelerc con li danari lomesi el Nere vanno a Napoli di Romania, (piai manderemo. Ilavemo fdlo metter banco a le do galle; le altre do, quel di Ueliuio è venuto a luor la galìa, quel di la Cania non c zonto. Sono letcrc di llclimo et Cerigo, zerca la presa di do nostre galie da fusle di turchi, el manda la copia di le lolere. Ilavemo mandato il comandamento dii Signor turco a Rodi per Ita ver la galla Zona, non si sa allro. Balliamo fato gran spese in comprar fermenti per far biscoti. La sa-xon di le biave de qui su questa isola, rispelo la sicilà le biave monstravano belle: sono al presente, come diremo, per la sicilà venula tulle quasi perse. 64 ') Di Coron, di don Hironimo de Mendoza, a li 19 Avril 1533, traduta di Imgua spagnola. Che ’I campo dii Turco che era conira di loro, et nugumenlava mollo, et che a li 7 de avril el se mosse tulio a la volta dii borgo, el comenzoruo a dar la halaglia da la malina tin bora de (Danzar, tanien non feceno ertelo alcuno el se reli-rorono con perdila di qualche gente, senza che i nostri ricevesseno danno alcuno. A li 18 avril li vene un liergantin che leniva a la volta di Lo- (i) I.* carta 63* è bianca. MAGGIO. 508 vanle, per intender di l’armala dii Turco, qual alTIrma che a Negroponle erano arivale 40 galie ol da I5 in 20 fuste, le qual levavano li la panatica, et ohe ne aspelavano altre 25. Che Imbrain bassa, ohe è la seconda persona da poi il Turco, vien per terra con 50 milia persone. Che in Coron hanno da manzar per tutto il mese di luio el il vino per luto mazo solamente, munilion dearlelarie ne hanno cussi poca che per un caslello di una roca non bnslaria. Et che se li ha roto una colo-brina et un siero, che erano li migliori pezi, Per leterc di don Pietro de Cugtm di 20 Aprii. Che a li 15 sopravene il llainbularo di la Tricala, che è il principal di lutti, die lien con sò 5000 hommi. ('.Ite a li 17 arrivò tulio il campo a Coron a dar la balaglia al borgo el uggirono 4 bandiere de li nostri a la difension di quello. Il modo di la balaglia fu che nel far del dì tulli li cavali turchi arivorono a la marina el si inlerle* nero scaramuzando con forza con 50 cavali el ar-chibusìeri nostri per dar ìogo che la fanlaria sua arrivasse verso la terra. Et quan lo li parse clic l i fusse già arivaia li ditti cavali turchese!» el la fanlaria ne afronlorono per tre parte in un moderno tempo ; ma li turchi che erano ussiti a sca-ramuzar si retirorono ne la lera, et cussi arri-vorouo lì turchi fino a li (ustioni con gran auimo et poco ordine senza portar scale, uè cosa da offender, sì non archi el schiopcti, el rieevcleuo gran danno, et quello saria sta maior se non si retiravano dii tulio a l’ora dii manzar, senza che li nostri ricevesseno danno alcuno......che li aspelamo a dar la balaglia da vero, perchè solici-lavano a far scale. Tengono poca munilion et ar-tellaria. Dice il medesimo che dice don Birouiuio da Mendoza noi fato di le galie, cl de luibraiin bassa con 50 milia homini per (era. Per lettere di Francesco da Ponte da Cor-fù, a li 24 Aprii, die in Corfù arivorono do galie voneliane, el dicono certo conte 7 fuste dii Moro ohe sono l’auliguarda di Tarmala dii Turco ha (olio do galie di venitiaui, et laiala (ulta la zurma di quelle, ol che ’I provedilor di veniliaui ^ ancor che *1 fusse apresso a Napoli di Romania non li possè rimediar, perchè I’ ave a viso in quel ponto clic l'rano passate da Negroponle et erano in una ixola dilla Legina de veuitiani el che aspelavano di man in man che se melermno insieme da 70 vele (ra galie el fusle, li qual lulle vengono per aular a Coron. Gie so diceva che ”1 Turco havea fato Aias bassa capilanio zeueral di \ \