171 a questo : che molti passi dello spartito furono resi con poco calore ; altri furono esagerati o sbagliati ; ad ogni modo, non raggiunsero il concetto, che, per antiche reminiscenze, altri s’ era formato. La Vaneri ha invero una bellissima voce di soprano ; estesa, intonata, agilissima, educata al pretto canto italiano. I suoi modi sono eleganti, graziosi, ed ella cantò, massime la seconda sera, la sua cavatina, e il rondò finale, col garbo e la maestria d’ un artista perfetto, ingemmando que’ canti con perle finissime di bravura. Ma ella è pel genere delicato e gentile, piuttosto che pel forte e grandioso ; onde, nel duetto e nel terzetto che segue, dove si richiede più eh’ altro la robustezza dell’ accento, vien meno l’effetto, e pieno ed intere non ispicca il pensiero nè del poeta, nè del maestro. Così, nel duetto col duca, cade e si confonde colle frasi più comuni la tremenda ironia di quel : Don Alfonso, mio quarto marito, che ha un sì profondo significato ; così, per mancanza di conveniente efficacia, perde tutto