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mento il soprano e il baritono, e che egli «sprime colla maggior purezza e soavità di canto. Quella invocazione alla madre, così sospirosamente ripetuta, mi suona ancora, mentre scrivo, nell’ anima, e rimarrà a lungo impressa nella memoria.
    La Ciaschetti, Orsini, canta con brio e disinvoltura, tanto l’aria, o racconto che sia, del prologo, quanto il brindisi, divenuto ormai così popolare, quasi dissi volgare, da non ¡sperarne più grand’ effetto, per quanto altri sapesse abbellirlo.
     Banco, cioè il Vecchi, s’ è trasfigurato in Gubetta : se prima non aveva una bella parte, non ne ha ora una migliore, teatralmente e moralmente parlando, onde di lui non occorre parlare.
    La Lucrezia in un punto assai somiglia al Macbeth : il punto delle scene ; è la medesima novità e splendidezza, tanto che alla seconda sera si son fatti scrupolo, e ne cambiarono una. Il pentimento non è men bella virtù che l’innocenza.