8 tentar altre pruove, onde gli sorse il pensiero di queste sue Causeries. Die’ quindi un saggio, o piuttosto un tocco, della condizione della letteratura francese, ai tempi della Ristorazione. Parlò di Chateaubriand, che andò, a suo detto, in America, a cercar quel Dio, che non trovava più in Francia, dove ancora si venerava la Principessa o Dea ragione, e piantò la nuova scuola cristiana. Citò di lui il famoso apotegma, che, in confidenza, qui già nessuno ignorava, dell’ enfant sublime, eh’ ei rivolse a Vittor Hugo, quanda lo vide fanciullo la prima volta. Toccò di quest’ ultimo, di Lamartine ; li pose a raffronto 1’ uno dell’ altro nelle qualità dell’ indole, del-l’ingegno e della persona, e molto si compiacque delle bellezze del volto e dell’ aspetto del Lamartine, tanto che le disse e ripetè individuandole ; discorse d’Alfredo di Vigny, di Jouy, d’ Arnoult, di Casimiro Delavigne, di Charles Nodier, ed altri di quella schiera; del rivolgimento del gusto e della letteratura francese, avvenuto colla diffusione, in Francia, della straniera ; delle lotte de’ classici e de’ romantici : cose, per verità, non nuove a nessuno, ma recitate con quella