74 quel d’Azucena. Questa donna, già macchiata d’ un orrendo misfatto, la quale nella vita non conosce altro ufficio, altro scopo, altra gioia, che compiere una infernale vendetta, e pazientemente d’ anno in anno la matura, 1’ accarezza, e a consumarla vuole che un fratello sia uccisore d’un altro : tal donna mette spavento, se forse, a minorare 1’ orror eh’ ella ispira, non vale 1’ eccesso della filiale pietà, che la muove nel suo smarrimento. A render l’immagine del personaggio, il Verdi, con filosofico concetto, diede alla musica una tinta lugubre, e quasi sinistra, che perfettamente risponde al soggetto. La Feltri-Spalla s’immedesimò nella sua parte, e nella malinconica canzone, nel racconto dove narra la storia delle sue sventure e delle sue colpe, ella pose tutto 1’ accento della passione, tutta 1’ eloquenza del gesto, rese squisitamente il senso e lo spirito, se cosi in’ è lecito chiamarli, di quelle possenti melodie. Quando, nell’ estrema agitazione dell’ animo e della mente, ella già vede nella immaginazione a sè dinanzi la pira che le arse la madre, la pira ov’ ella scagliava il figliuolo, e grida : il figlio mio, Mio figlio avea bruciato, colla voce e coll’ atto l’imita-