64 i gran balli. Il fatto è semplicissimo e campestre. La bella Lionille, la Fioretti, sta per impalmare il suo vago, Pietro ; tutto il villaggio n’ è in festa, e le compagne, i garzoni, le recano doni di fiori, e con lei intrecciano danze. A sturbare, se non a turbare quelle allegrezze, arriva dalla caccia, co’ suoi seguaci, il contino di Yerieux, il quale, nella persona della jPratesi, che lo rappresenta, è il più leggiadro ed amabile cavaliere eh’ uotri possa ideare, ed è di più una specie di signore del luogo. Ei vede quella bella forosetta sua suddita, la Lionille, di cui prima non s’ era avvisato ; non se ne invaghisce propriamente, ma la trova molto a suo genio, la corteggia, la vagheggia, le fa sino il regalo d’ un anello. Pietro, il buon Pietro, che gode anzi tratto il privilegio de’mariti, come già Elvino, nella Sonnambula, all’ arrivo di quell’ altro conte, dà in ismanie gelose ; e il padre sgrida la figlia d’aver accettato quel dono, ma poi, pel quieto vivere, lascia che se lo tenga, mentre ella vorrebbe pure restituirlo. Il contino, Augusto, che s’ accorge di que’ dispetti amorosi, vuol. prenderne spasso (i signori di que’ tempi si davano di questi gusti) e continua in modo