101 rono, qui come altrove, tutti i suoi canti. Non si può accusarlo di nessun eccesso, se forse nel terzetto non si richiedea anzi un po’ più di vivezza nel comico suo imbarazzo. Nell’ Angeleri abbiamo altre volte lodata la purezza della voce, la perfetta maniera di canto. Ella confermò la nostra opinione in questa sua nuova parte, la Vittoria, ed è veramente una graziosa e finita cantante. Se non che quella Vittoria è tal vispo personaggio, che, a raggiungerlo appieno nella rappresentazione, ha uopo di rnolt’ anima, e d’ una certa scenica scaltrezza. Se 1’ Angeleri in tutto non vi riuscì, certo ella disse con una leggiadra e piccante sua malizietta que’ versi del duetto col baritono : Si vede che quest’uomini Son tutti d’una pasta. Il tenore Caserìni, Don Emilio, ha bella voce, la maneggia assai peritamente, si loda il suo canto ; ma è un canto freddo, senza passione, che spesso fa tacere 1’ applauso. Chi guadagnò invece nella nuov’ opera è fuor di dubbio il Quintini-Leoni. E’ si mostra molto miglior Turco che Barbiere ; anzi ei