105 Il Borella aveva cominciato i canti col-l’aria buffa dell’ Elisir d’Amore, eh’ ei disse con 1’ ordinaria maestria di canto, e quel suo accento vibrato e colorito, che fa spiccare, brillare il concetto e la facezia. Il Borella, che sostiene sempre in teatro le parti del vecchio, cosi ci si trasforma, che per vecchio noi l’avevamo. Egli invece è giovane, e la sua voce robusta, sonora, veramente giovanile, empieva la sala. Voce non men bella, fresca e intonata è quella del Caserini, tenore, il quale prese pur parte all’ accademia, e cantò con modi elettissimi, e, ch’è più ancora, con grande passione, la melanconica romanza del Donizetti : Ella è morta. Egli s’ animò, s’ispirò a quel canto, più che non soglia in sulla scena, di che appunto gli demmo altrove cagione, e qui si rivalse. L’ accademia ebbe il merito grande d’esser breve. Ciò che affatica, che annoia in si-miglianti trattenimenti, è di solito la soverchia copia de’ pezzi : in questo, e’ furono con acconcia misura distribuiti, e scelti con altrettanto buon gusto ; ecco perchè dicemmo piacevolissimo il trattenimento : ci fu diletto,, senza nessun tributo alla noia.