112 raviglia ; onde di leggier si capisce come il Colasanti più e più volte levasse il teatro a rumore ; tauto che s’ebbe fino la crudeltà di domandargli la replica del Miserere. In questo, la parte del coro fu veramente sostenuta da’ nostri coristi ; i quali, un po’ bene, un po’ male, cantarono altresì il preludio del-1’ Emani, il coro della Beatrice di Tenda, e quel del Nabucco. Si vede che quella povera gente è un tantino fuor di esercizio ; ma rifarà, si spera, la pratica. L’orchestra accompagnò egregiamente l’esimio artista, ed ebbe suoi proprii allori nelle belle sinfonie, de’ Capuletti e Montecchi, del Bellini, e dell’ Anna Bolena, del Donizetti, con cui aperse la prima e la seconda parte del-1’ accademia. Un’ altra sinfonia, anche più immaginosa, quella del Verdi, nella Giovanna d’ Arco, eh’ ella sonò fra’ pezzi della seconda, fu più ancor fortunata, massime per quella soave cantilena della plorale, che a vicenda si rimandano i tre strumenti da fiato ; deliziosissimo episodio, magnificamente eseguito, e che si volle riudire ; il perchè l’intera sinfonia fu ripetuta. Antonio Gallo, che coll’ usata perizia, e