16 tantino le terrene dolcezze. Anche le fate han gusti rari ! Coll’ aereo suo carro ella già trascorre gl’ interminabili spazii del cielo, il che significa che traversa in alto la scena, e cala in Persia, dove a caso s’abbatte nel principe Attor, che, stanco e attediato de’ vezzi e de’salti delle infinite sue schiave, licenziatele, piglia un dolce sonno, all’ aperto, in giardino. Ezelda, quella graziosa figlia dell’aria, il contempla; trova di suo genio.quelle forme mortali ; gli .scherza e danza d’intorno, infine se ne invaghisce, e gli pone in dito un anello, talismano, dice il libretto, per cui Attor è costretto ad alzarsi ; benché, per verità, a destare una persona che dormej basti anche meno. Attor dunque sorge; mira a sè dinanzi quella graziosa creatura, se ne' sente tutto commosso, e si getta a’suoi piedi, preso d’ammirazione e d’amore. Ella non pare che se ne ■ offenda : gli dà quattro buone parole, rappresentate da non so quali capriole e levate di gambe ; poi gli mostra le difficoltà, che mette fra loro la loro diversa natura, e, desiderando che -le cose rimangano a un certo punto, di nuovo il precipita in quella specie di sonno magnetico, e pensa ritrarsi.