66 e le compare quel contino morbinoso ed audace. Che si voglia, o le chiegga, non so : quel che si vede è che non rimane di lei troppo contento ; onde, dato un segnale dalla finestra a’ suoi bravi, e’ vengono e rapiscono la fanciulla, senza che il padre s’ accorga di nulla, se non dopo il fatto. Il pover’ uomo aveva il sonno ben duro ! Qui in mezzo a’ bravi, anzi duce di loro, in qualità di capocaccia del conte, ci viene innanzi una nostra antica e brava conoscenza, il caro Rando, quel possente genio dell’ anno scorso, che varcava con tanta dignità e disinvoltura le nubi, ed ora si appaga e si chiama beato di correr dietro a’ capriuoli ed a’ cervi ; cosi sono le umane sorti mutabili ! Se non che, dalle unghie si conosce il leone, e per piccola, per umile che sia la sua parte, per disceso che sia dalle sue alte regioni, le nuvole, Rando è sempre Rando ; lo si riconosce al costante suo impegno, all’ importanza, eh’ ei dà al suo personaggio. Ma per tornare al principale soggetto, Lionille, nel ratto svenuta, è trasportata nel palazzo del conte. E’ mette a parte di quello scherzo, un po’ troppo arrischiato e crudele,