257 «Dsxsm, giugno- 258 si lip, ri Imra l’ba piovuto assai el i'annata sani grande, che è gran nova, por tulio erano calati di pretio a (ari 22, senza tratta per aviso. 80 in questa malina el signor di compagni Cor-Uxi con alcuni compagni, il qual è sier Auguslin Queriui di Stampali#, che ancora vanno v esodi di damaschili crcmexin, fono in collegio recti Adendo Ire cose: la prima che domenega che dieuo far la loro fesbi, non sia ftmseìo; la feconda che li sia presta di l’Arsenal quadro bregantipi, i quali vo- lo no adornar o armar et barili , , . . di polvere li siano dati; la terza clic a dilli compagni non ostante la parie li sia concesso, per questa lesta poter portar ziponi devedadi per la parie. Al che il Serenissimo con li «onsierj disseno di le do prime sariano satisfai), ma di ziponi non si volea romper la leze. El il signor Francesco Col del duca di Ferrara, compagno acelado da questi, ozi gjonse qui e sarà a la Testa. A dì G. La niatiua, vene in Colk'gjo l’oralor cesareo, dicendo rìngr*li*va Ja illustrissima Signoria di lo aviso li To mandaLo eri a dir di Frauza, e( che leniva che ... . Poi «jisse cosse particular di (lo banditi dii Zanle per esser sii sopra l’armadi) cesarea al prender di Coron, h quali uno é rodM", cl l’altro....... In Quaranti» Novissima fo laià ceri a scntcntia Tata di «onljscation per Ji proyedilori sora le camere co Mira alcuni...... quali hanno occupa beni comunali, videlicet do lerzì siano de coniugi «1 uno terzo di la Signoria nostra; et di live ballote fo twada, sarà refalla di novo per essi pro-vedilori sora le ¿antere. Da poi disnar To Pregadi per J’Avogaria, per espedir sior Mallo Bernardo, qual fo bcu reduto, el parlò in suo favor domino Francesco Filelo dolor, avocarlo, e l>eii, dicoodo il processo non p ben formalo, nè sé dia dar credulità a l’ora (or, perché « suo inimico. Mancò il secretano .che non si sa il nome, né sier Zuan Morejini di sier Vel-tor, né sier Zuan Ballista Captilo qy sier Silvan sai iuimkussimi, ai qual l'Avogador ha dà sacramento, el a sier Iliroiiimo da MuJip, sier Jacomo Bragadiu, sier Domenego di PriuJi per esser amici del Bernardo non ha voluto dar sacramento. Ili-spose a le 5 ofposilion falle, e Jien a quella di le parole usale nel convivio di domino Zuan Joacbin conte di Mal oralor francese, l'altra di le parole usate al ponte di Gramizi conira l’urator sier Carlo Capello, la terza aver voluto tuor la stapola di le lane per assediar Veuelia di lane, 1« quarta 1 Viarii di M Sahlto — Tom. LVU1 aver pagi la soa gulìa con Ira il voler dii eppitunio, la quinta non Ita ver lassà cargar lane su la soa galla. I{abalò quello disse l‘ avogador, si quis Imperatori male dixerit, capite pccunialur. Imo è al contrario, li imperituri voleno li su perdonali, et fé jqzer la leze cjv|l, fe le-ter una par|p tini) a dì 8 a vosi o, presa in Conscio di X, coulrp quelli minislri pubblici, li sari dito parole iiiiurioso quelli non rispondimi, ma con |l<* lestinioni s»|i fazi formar processo ut i» ea. Coìicìusi^c, parlò con eloquenti« e veticinenlia in suo fayor. Et To numera e) Conscio, mandali Tuora dii uop mclleva balota, exeepti queli de Collegio, Topo numero 200. Fu posto, per li tre A voga* tori presenti, sier J i-corno d» CmaJ, Sier Mirammo da clià da Pexuro, sier Ajvwe Badoer el sier Piero Mojwpijo ohm avogador ji) quasi» caxo: si '1 ve par per qudo che è slà letto et dito de procicder conira sier Malii» Bernardo, qu. sier Francesco. Ave : 18 dp 6Ì, b de no, 44 non sincere, et Tu preso. El Tu pasto cinque furie: ui/ìi per li Avogudprj, gita per sier Zuan Ot>Klù cao di XL, una per sier Vieenzo Morexini cao di XL, una per sier Francesco da Molili qif. sier Piero cao di XL, el la quarta per il Serenissimo el ti &Miwri ; et haloUde, Tu Iroyalp io tutto d corpo balute 9 de più, mde de novo relexé Alvise Balbi uodaro de l’Avogari? le parte, et To balolale con uno nodaro avanti li bossoli, per veder le balote de tulli, et havia mia candela in nun, perchè era bora 1 de noie. El il sminano di le parte lolje cinque saranno qui avanti seri le. Andò dour? le parte : 10 non sincere, 14 <4e Avog ul«ni, «t qoecla andò zoso, 22 dii BoJd-ii, 27 d.l Molin, 47 itr polonio Mozcnìgo procuralo!*. 17