172 il valore il mortale rimprovero eh’ ella scaglia a’ convitati della Negroni : Un tristo ballo Voi mi deste a Venezia : io rendo a voi Una cena in Ferrara. Ciò non toglie che dal lato del canto, come dicemmo, ella non rivelasse tutte le bellezze, onde è adorna la sua parte nello spartito : il pubblico la comprese, e le rendè la più ampia giustizia. Anche l’Aldìghieri non fu felicissimo nei pezzi testé citati. E’ pecca in un senso contrario : per troppo volerlo, smarrisce 1’ effetto. Quando, p. e., nel duetto, il duca Alfonso rinfaccia i suoi torti alla moglie, certo e’ deve accendersi in tutto il fuoco dell’ ira, e palesare la fierezza dell’ animo ; rea uopo è pure che in quell’ istante si rammenti ch’egli è il duca di Ferrara; e per verità le forme, con cui 1’ Aliighien esprime il suo sdegno, o a meglio dire, investe, incalza la donna, non sono per nulla nè regie nè ducali. Questa esagerazione, queste maniere, un po’ troppo vivaci, si ripetono nella minaccia della stretta del terzetto : Guai se ti sfugge un moto ! nel che il duca non mostra nè meno una