128 leggiadra barcanwla dell’ atto primo, e n’ ebbe vivissimi applausi, quantunque risonasse ancora agli orecchi la potente voce del Pancani, che ci rapì non ha guari con quelle note medesime nelle ultime accademie del Sivori. Con grazia e brio non minore ei cantò pure il brillante motivo : È scherzo od è follia del quintetto, e ne fu egualmente applaudito. Per una seconda sventura, al baritono Storti-Gaggi s’abbassò d’improvviso, nella sera, un poco la voce, sì eli’ ei non potè mostrarsi in tutta la sua valentia ; e ciò non per tanto ei cantò con molto drammatico accento e molta passione la sua bellissima aria : E sei tu, che macchiavi quell’ anima, e ne fu anche assai festeggiato. Festeggiata non meno, fu la Guil-lemin, il paggio, nella canzone dell’ atto terzo, eh’ ella eseguì con grazia e vivacità, col suo puro vocili da soprano. Questi furono i pezzi più notevoli del-l’opera : il rimanente passò freddo freddo, senza il più lieve suono di gradimento. La musica però, per quanto il poteva concedere la manchevole esecuzione ne’ tratti più importanti, trovò, in generale, il consueto favore, massime per opera dell’ orchestra, che