155 Storti-Gaggi è vero attore ed artista, e nel canto drammatico pochi 1’ arrivano. La romanza, in cui Giovanna, turbata, spaventata dalla passione, che in lei sente sorger per Carlo, risolve d’abbandonare la reggia e tornare a’ tranquilli e innocenti diletti della patria capanna ; il duetto che segue, nel quale Carlo combatte 1’ ingrato proposito, e le spiega il suo amore, non ottennero 1’ effetto dell’aria testé citata; benché nella romanza la Monti fosse applaudita per alcune belle e nette sue modulazioni, ed alcuni applausi, mossi da mani benevole e soprattutto insistenti, s’ udissero la seconda sera pur alla fine del duetto, che per verità non ha nulla in sé di mirabile e tale da scuotere i polsi. Non fece nemmeno gran colpo la marcia trionfale della incoronazione, con cui s’apre il second’ atto. Altra marcia, ed altra incoronazione ci stavano fitte nella memoria, e quella al confronto nel pensiero decadde. Passò pure freddo, in silenzio, almeno la prima sera, il finale ; poiché, ad onta del dotto e magnifico lavoro del largo, se ne trovò troppo comune e volgare la stretta, per nulla, o che ci pare, rispondente al soggetto. Ciò eh’ ha realmente