176 eh’ egli inoltre variò assai peritamente e gagliardamente. Il Patierno, nel brindisi e nel duetto del prim’ atto colla donna, non venne meno all’ aspettazione, e con quella grazia, che abbiamo già altrove notato, diede buon rilievo a tutti i motivi di que’ due pezzi. Per la stessa virtù fu applaudita la sua aria, benché non facesse miglior effetto che altre volte. Tra’ pezzi più lodati e graditi, fu pure lo svariato e magnifico finale del secoud’ atto, e ciò massime pel bello a solo della donna, che la Spezia cantò con quel garbo e quel sentimento, che sono suo vanto, e per la parte del baritono, 1’ Aldighierì, la cui gran voce cosi opportunamente spiccava pur in mezzo a quella fragorosa armonia che compone la stretta. Ma il pezzo, che tolse sugli altri la palma e assicurò veramente la fortuna dell’ opera, è tutto intero 1’ atto terzo. Difficilmente si potrebbe in simil guisa udirlo da altri che dalla Spezia. Non possiamo individuarne, nella fretta del momento, tutte le particolarità e le bellezze : basti che la Spezia si levò in esso a tutti i più alti concetti dell’ arte, e come cantante, e più ancora come attrice ed artista,